© Università degli Studi di Padova - Credits: HCE Web agency
L'Agenzia dell'Unione Europea per i diritti fondamentali (FRA) ha pubblicato un nuovo report con il quale segnala le difficoltà che affrontano le vittime dei crimini d'odio in Europa e le barriere che incontrano nel denunciarle: molte di queste persone infatti non denunciano perché il procedimento è troppo difficile o perché non si fidano della polizia, non avendo pertanto accesso alla giustizia e ai meccanismi di protezione.
Il FRA si rivolge ai Paesi dell'Unione Europea in virtù del loro obbligo di assicurare l'accesso alla giustizia a tutti e tutte, affinché si incoraggi la denuncia di tali crimini assicurando il dovuto supporto alle vittime e ai testimoni. Come ha affermato il direttore del FRA Michael O'Flaherty, "gli stati dovrebbero semplificare i meccanismi di denuncia e migliorare il processo di rilevamento, investigazione e punizione relativi ai crimini d'odio, così da salvaguardare i diritti delle vittime".
Il report, intitolato "Incoraggiare la denuncia dei crimini d'odio - Il ruolo delle forze dell'ordine e di altre autorità", segnala quali sono i prossimi passi da compiere nella direzione di un approccio più improntato alla tutela della vittima ed al suo accesso alla giustizia:
Milioni di persone a livello europeo subiscono violenze e molestie motivate da motivi d'odio, spesso legati al loro colore della pelle, religione, identità di genere, orientamento sessuale, disabilità o situazione di migrazione, come meglio spiegato nella recente indagine del FRA, dalla quale emerge un dato indicativo e allarmante: 9 persone su 10 non denunciano tali violenze.
Per approfondire ulteriori meccanismi messi in atto nell'ambito dell'Unione Europea su queste tematiche, si rimanda al Piano d'Azione 2020-2025 contro il razzismo e alla Strategia europea sui diritti delle vittime, della Commissione Europea.
15/7/2021