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Il Comitato per la prevenzione della tortura (CPT) del Consiglio d’Europa ha emesso una raccolta di requisiti minimi che riguardano le condizioni di detenzione nelle prigioni europee, esprimendo preoccupazione per gli effetti negativi causati dalle misure di austerità preesistenti in alcuni paesi, che potrebbero essere esacerbati da possibili restrizioni di bilancio ancora più sostanziali, dovute alle ripercussioni a lungo termine della pandemia del Covid-19.
Nel suo rapporto annuale per l’anno 2020, il CPT ricorda che in numerose delle sue visite nel corso degli anni ha riscontrato un mancato soddisfacimento dei bisogni fondamentali dei detenuti all’interno di alcuni stabilimenti, il che potrebbe sfociare in un’esposizione dei detenuti a trattamenti inumani o degradanti. Inoltre, il rapporto annuale ricorda che il 20 marzo 2020 il CPT è stato il primo organismo del Consiglio d'Europa a pubblicare una guida sostanziale per gli Stati membri sulla pandemia: la Dichiarazione dei Principi relativi al trattamento delle persone private della libertà personale nell’ambito della pandemia del coronavirus (COVID-19), disponibile per gli Stati membri in 26 lingue.
Nel 2021, il CPT ha già effettuato delle visite periodiche in Serbia, Svezia, Svizzera e Turchia, e sono previste visite anche in Austria, Bulgaria, Lettonia, Lituania, Regno Unito e Russia. Nel corso delle sue visite, il CPT ha riscontrato sempre più spesso che tagli significativi hanno inciso sulla qualità della vita dei detenuti, riguardo a questioni come il cibo, il riscaldamento, il regime delle attività, l'accesso al lavoro e il tempo trascorso fuori dalle celle.
14/5/2021