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Nel rapporto annuale del 2021, il Comitato del Consiglio d’Europa sulla prevenzione della tortura (CPT) ha chiesto agli Stati europei che presentano un sovraffollamento carcerario persistente di fissare un numero massimo di detenuti in ogni istituto penitenziario e, allo stesso tempo, di privilegiare le misure alternative alla detenzione.
Il rapporto evidenzia infatti come il sovraffollamento sia il risultato di politiche penali severe, dell’utilizzo frequente della detenzione cautelare e del ricorso limitato a misure alternative al carcere e, nonostante alcuni Paesi abbiano compiuto progressi per risolvere la situazione, il problema persiste non solo nel complesso dei sistemi carcerari, ma anche in alcuni penitenziari o in alcune zone di essi. Inoltre, con l’allentamento delle misure restrittive a causa della pandemia da Covid-19, il numero dei detenuti è nuovamente in aumento in molti Paesi.
Alan Mitchell, Presidente del CPT, ha sottolineato come il sovraffollamento carcerario comprometta la proibizione della tortura, in quanto viola i diritti umani mettendo in pericolo i detenuti. Per questo motivo, ha dichiarato che i governi devono garantire uno spazio sufficiente per vivere ai detenuti, così come un utilizzo adeguato delle misure non detentive.
Infine, nel rapporto sono anche riassunte le nove visite periodiche (Austria, Bulgaria, Lituania, Russia, Serbia, Svezia, Svizzera, Turchia, Regno Unito) e le sei visite ad hoc (Albania, Belgio, Bosnia-Erzegovina, Georgia, Grecia, Romania) effettuate dal Comitato nel 2021.
3/5/2022