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Corte Distrettuale dell’Aja: sentenza storica sullo spionaggio digitale dei poveri olandesi

Utilizzo della tecnologia digitale

Il 5 Febbraio la Corte distrettuale dell’Aja, una delle diciannove Corti Distrettuali dell’Olanda, ha preso una decisione storica: ha imposto lo stop immediato dello spionaggio digitale nei quartieri poveri olandesi perché viola i diritti umani.

La controversia riguardava System Risk Indication (SyRI), un modello di calcolo del rischio sviluppato dal ministero degli Affari Sociali e del Lavoro olandese per prevedere la probabilità che specifici individui siano più inclini a commettere frodi. Questo sistema è stato utilizzato specificatamente in quartieri con residenti a basso reddito e con minoranze. Esso incrocia dati precedentemente raccolti da altre fonti e genera un algoritmo che stabilisce per quali individui c’è un rischio maggiore di commettere frodi allo stato sociale.

Nel 2018 una grande coalizione per i diritti umani aveva citato in giudizio lo stato olandese affermando che SyRI stesse violando norme regionali e internazionali per la protezione dei diritti umani.

Nel suo giudizio, la Corte Olandese ha espresso preoccupazione intorno ai rischi per la privacy degli individui affetti da questo sistema. La legislazione di SyRI non contiene sufficienti salvaguardie contro la violazione della privacy. Inoltre il funzionamento del sistema non è per niente trasparente. In assenza di maggiori informazioni, per i giudici questo sistema potrebbe rappresentare una discriminazione sulla base dello status socio-economico degli individui o dei migranti.

Da tempo l'Esperto Indipendente delle Nazioni Unite sulla povertà estrema e i diritti umani, Philip Alston, si era schierato contro l’uso dello spionaggio digitale per controllare i cittadini. Lo scorso anno aveva fornito alla Corte una dettagliata analisi sul caso di SyRI concludendo che discriminasse i poveri olandesi e minacciasse i loro diritti umani alla privacy e alla sicurezza sociale.

“Questa è una chiara vittoria per tutti coloro che sono legittimamente preoccupati per le gravi minacce che il sistema di welfare digitale pone per i diritti umani” ha affermato Alston. “Questa decisione stabilisce un solido precedente legale per altri tribunali da seguire. Si tratta di una delle prime volte una corte nel mondo condanna l’utilizzo delle tecnologie digitali e dei big data da parte delle autorità di assistenza sociale sulla base dei diritti umani.

Per maggiori informazioni sul tema del welfare state digitale è possibile leggere al link sottostante il rapporto presentato lo scorso ottobre da Philip Alston al Secretario Generale delle Nazioni Unite. 

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