A A+ A++
14/4/2021

Corte europea dei diritti umani: nell'esecuzione delle sentenze della sono stati compiuti progressi nel 2020, malgrado il Covid, ma sono necessari ulteriori sforzi

Secondo l’ultimo rapporto annuale del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa gli Stati di tutta l’Europa continuano a compiere progressi nell’esecuzione delle sentenze della Corte europea dei diritti umani (CEDU), nonostante la pandemia di Covid-19. 

Tuttavia, la Corte europea dei diritti umani ha evidenziato la necessità di ulteriori sforzi per risolvere i problemi sistemici, in particolare i maltrattamenti o i decessi causati dalle forze di sicurezza, le pessime condizioni detentive, nonché le cause interstatali e il crescente numero di casi riguardanti limitazioni illegittime dei diritti e delle libertà.

L'Italia, dall’entrata in vigore della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali nel 1955, ha trasmesso 4266 casi per la supervisione da parte del Comitato dei Ministri e 4082 sono stati conclusi con una risoluzione finale.  

Attualmente, sotto supervisione del Comitato dei Ministri ci sono una serie di questioni inerenti alle azioni delle forze di sicurezza, la protezione contro i maltrattamenti, la migrazione e la legalità delle condizioni di detenzione e accoglienza, la durata dei processi e dei ricorsi efficaci, la protezione dell’ambiente e della salute pubblica, la violenza domestica, la libertà di espressione e la libertà di movimento.

Il rapporto completo è disponibile al link sottostante.