Diritto di riunione pacifica - Nuova interpretazione del Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite
Il Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite ha pubblicato la sua interpretazione sul diritto di riunione pacifica, definendo la portata dell'assemblea che si applica sia alle riunioni fisiche che alle riunioni virtuali e delineando gli obblighi dei governi. L’interpretazione è stata presentata nel Commento generale No. 37 sull’Articolo 21 della Convenzione internazionale sui diritti civili e politici, adottato il 23 luglio 2020.
In un tempo in cui i recenti sviluppi, inclusa la pandemia Covid-19, hanno creato sfide senza precedenti all’attuazione dell’articolo 21 e in tutto il mondo le proteste per il Black Lives Matter ne hanno sottolineato l’importanza, il commento generale chiarisce come il termine “riunione pacifica” debba essere interpretato e definisce gli standard normativi che i 173 Paesi che hanno ratificato la Convenzione devono rispettare.
“É un diritto fondamentale dell’individuo partecipare a riunioni pacifiche per esprimersi, celebrare o per avanzare reclami. Insieme ad altri diritti legati alla libertà politica, costituisce le fondamenta di una società democratica, in cui i cambiamenti possono essere portati avanti per mezzo del confronto e della persuasione, piuttosto che la forza” ha dichiarato Christof Heyns, membro del Comitato nel ruolo di relatore per la stesura della bozza del commento generale. Ha inoltre aggiunto che “chiunque, incluso bambini, cittadini stranieri, donne, lavoratori migranti, richiedenti asilo e rifugiati possono esercitare il diritto alla riunione pacifica, che può prendere diverse forme: in luoghi pubblici o privati, all’aperto, al chiuso o online”.
Il Comitato ha anche affermato che i governi, nell’ambito della Convenzione, hanno obblighi positivi come facilitare questo tipo di incontri e proteggere i partecipanti da potenziali abusi e obblighi negativi come non proibire, limitare, bloccare o interrompere le assemblee senza giustificazioni inoppugnabili.
Il Commento generale offre inoltre linee guida su questioni correnti tra cui: i partecipanti delle assemblee hanno il diritto di indossare maschere e coprirsi il volto; i governi non devono raccogliere dati personali per molestare o intimidire i partecipanti; i governi non possono bloccare i network internet o chiudere siti internet per via del ruolo nell’organizzazione o diffusione di un’assemblea pacifica.
Il commento ha inoltre sottolineato il diritto dei giornalisti e degli osservatori dei diritti umani di monitorare e documentare qualsiasi assemblea, incluse quelle violente o illegittime.
Clément N. Voule, il relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti alla libertà di riunione e associazione pacifica, riconosce la nuova interpretazione come rivoluzionaria che estende il diritto all'assemblea pacifica alle attività digitali. Afferma anche che l'interpretazione del Comitato costituirà una guida importante per i giudici nazionali e regionali di tutto il mondo, poiché ora fa parte di quella che è nota come "soft law".