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13/2/2006 (Archivio storico)

Donne e diritti umani: ad un anno da Pechino +10 -


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Si è conclusa il 3 febbraio 2006 la 34^ Sessione del Comitato per l’eliminazione della discriminazione nei confronti della donna (Cedaw). Durante i lavori sono stati esaminati i Rapporti iniziali di Cambogia, Eritrea, ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Togo ed i Rapporti periodici di Australia, Mali, Tailandia e Venezuela.

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La prossima Sessione della Cedaw si terrà dal 15 maggio al 2 giugno 2006 e in quell’occaasione saranno esaminati i Rapporti di Bosnia Herzegovina, Malesia, Santa Lucia, Turkmenistan Cipro, Guatemala, Malawi e Romania.

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Il Comitato è un organo istituito ai sensi dell’articolo 17 della Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti delle donne, è composto da 23 esperti indipendenti e si riunisce periodicamente per esaminare i rapporti sulle misure di ordine legislativo, giudiziario, amministrativo o di altro genere che gli Stati hanno adottato per dare seguito alle disposizioni della Convenzione. Nel 2006 è in programma anche la Conferenza degli Stati parte della Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti delle donne, che si svolgerà il23 giugno 2006.

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La Convenzione, entrata in vigore nel 1981, ha l’obiettivo di attuare i principi già enunciati nella Dichiarazione sull’eliminazione della discriminazione contro la donna del 1969, nonché di rafforzare il principio di non discriminazione su base sessuale già contenuto nella Carta delle Nazioni Unite, nella Dichiarazione universale dei diritti umani nonché nei Patti sui diritti civili e politici e economici, sociali e culturali. Gli stati parte della Convenzione attualmente sono 180.

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Dal 27 febbraio al 10 marzo 2006 si svolgerà la 50^ Sessione della Commissione sulla condizione della Donna (CSW). La precedente Sessione della Commissione, svoltasi dal 28 febbraio al 11 marzo 2005 e nota anche come ‘Pechino +10’, ha valutato lo stato di attuazione degli obiettivi contenuti nella Dichiarazione di Pechino e nella Piattaforma d’azione ed ha esaminato inoltre i risultati raggiunti negli ultimi cinque anni sulle sfide attuali e sulle strategie future per l’avanzamento e l’empowerment delle donne.

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I temi all’ordine del giorno della 50^ Sessione saranno due: l’eguaglianza di genere e le strategie di empowerment per la partecipazione attiva delle donne nei processi di sviluppo, in particolare nei settori dell’educazione, della salute e del lavoro; le pari opportunità tra uomini e donne a tutti i livelli dei processi decisionali. Nel corso del 2005, su questi temi, si sono riuniti due gruppi di esperti che hanno affermato la necessità di implementare concretamente le misure contenute all’interno degli strumenti normativi.

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L’entrata in vigore delProtocollo alla Carta Africana sui diritti dell’uomo e dei popoli sui diritti delle donne in Africa, in seguito al deposito del 15° strumento di ratifica da parte del Togo, lo scorso 25 novembre 2005, costituisce un importante traguardo in materia di diritti umani delle donne in seno all’Unione Africana. Il Protocollo sancisce l’impegno dei Governi africani allo sradicamento delle pratiche tradizionali nocive alla salute delle donne, in particolare le mutilazioni genitali femminili, nonché la promozione di una sostanziale parità di diritti tra uomini e donne anche nell’ambito del matrimonio e della famiglia.

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In tema dei diritti umani delle donne segnaliamo infine alcune iniziative promosse recentemente da organizzazioni della società civile.

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In Italia l’Associazione italiana donne per lo sviluppo (Aidos) nell’ambito della seconda fase della campagna “Stop FGM” ha organizzato un corso di formazione per i componenti della “Media task force africana”, un gruppo di esperti di comunicazione e giornalisti appartenenti a nove paesi africani, per l’abbandono della pratica delle mutilazioni dei genitali femminili nei paesi africani.

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La Coalizione per la lotta al Traffico delle Donne (CATW) ha lanciato una campagna contro il turismo sessuale in occasione dei mondiali di calcio 2006 in Germania, con lo slogan “Comprare sesso non è uno sport”.

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Il Direttore Esecutivo dell’Ufficio delle Nazioni Unite per la lotta alla droga e al crimine (UNDOC) Antonio Maria Costa, ha dato il benvenuto alla campagna promossa dall’associazione olandese “Meld Misdaad Anoniem” contro lo sfruttamento sessuale, augurandosi che sia d’esempio per altri Paesi.

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Aggiornato il

16/7/2009