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La nona edizione del Word Social Forum ha aperto i battenti il 27 gennaio nella città di Belém, nello stato di Parà in Brasile. La città si è temporaneamente trasformata nella capitale della Pan-Amazzonia ospitando, per il più grande evento anti-globalizzazione esistente, attivisti da più di 150 paesi in un processo permanente di mobilitazione, articolazione e ricerca di alternative per un altro mondo possibile.
Dalla prima edizione del 2001, tenutasi a Porto Alegre in Brasile, il World Social Forum si è caratterizzato per essere uno spazio aperto – plurale, diverso, non governativo ed imparziale – che stimola il dibattito decentralizzato, la riflessione, la preparazione di proposte, lo scambio di esperienze e le alleanze tra movimenti e organizzazioni impegnate in azioni concrete verso un modo più equo, solidale e democratico.
Molto più di un semplice territorio per ospitare il Forum del 2009, l'Amazzonia, rappresentata dai suoi popoli, movimenti sociali e organizzazioni, è uno dei grandi protagonisti del processo e avrà l'opportunità di allargare a tutto il mondo la loro lotta oltre a costituire alleanze globali e continentali.
Il territorio transnazionale della Pan-Amazzonia infatti è composto da Bolivia, Brasile, Colombia, Ecuador, Guyana, Perù, Suriname, Venezuela e Guiana francese ed è noto per la più grande biodiversità del pianeta e per la forza e la tradizione delle popolazioni e delle organizzazioni che hanno costruito un movimento di resistenza nella prospettiva di un differente modello di sviluppo.
Le popolazioni indigene sono quindi una componente essenziale tra i partecipanti a questo evento; quasi 1300 persone indigene da circa 50 paesi, anche se principalmente dal Brasile, hanno scelto di sollevare la questione relativa ai propri diritti in quanto popolazioni originarie e alla preservazione ambientale in occasione di questa edizione del Forum. Oltre ai gruppi indigeni e alle popolazioni originarie sono presenti al Forum anche Quimbolas (membri delle comunità afro-brasiliane discendenti dagli schiavi scappati) e altre popolazioni native.
Secondo Roberto Espinoza, consigliere presso il Coordinamento Andino delle Organizzazioni Indigene (CAOI), le popolazioni indigene devono rivendicare la partecipazione politica come un diritto, non solo come folclore o come un mero contributo culturale. A tale proposito, la Dichiarazione sui diritti delle popolazioni indigene adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel settembre 2007 è di importanza fondamentale per le questioni trattate durante il Forum; non dovrebbe essere vista come un documento “utopico”, piuttosto le sue disposizioni dovrebbero essere vincolanti, come quelle della Convenzione 169 sulle popolazioni indigene adottata dalla Organizzazione Internazionale del Lavoro.
La presenza al World Social Forum dei presidenti dei paesi appartenenti alla regione amazzonica, tra cui Luiz Inácio Lula da Silva per il Brasile, Evo Morales per la Bolivia, Hugo Chávez per il Venezuela e Fernando Lugo per il Paraguay dovrebbero inoltre aumentare l'impatto dell'evento beneficiando anche della grande partecipazione delle popolazioni della regione.
Tra i diversi eventi che popolano le sei giornate del forum, si segnalano la marcia di apertura del 27 cui hanno partecipato quasi 80000 persone, la “Giornata della Pan-Amazzonia: 500 anni di resistenza, conquista, prospettive dei popoli e degli afro-indigeni” che è stata celebrata mercoledì 28. Dal 29 i lavori si sono concentrati in particolare su attività autogestite. Gli accordi e le alleanze conseguite durante questi giorni saranno presentate il primo febbraio, giorno in cui verrà celebrata la conclusione del Forum.
Gli obiettivi verso cui sono indirizzate le attività autogestite durante il Forum sono stati definiti in seguito ad un'ampia consultazione pubblica precedente cui hanno partecipato diverse entità del World Social Forum. Gli obiettivi da seguire sono 10:
16/7/2009