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26/7/2011
Due bambini somali nel campo profughi a Mogadiscio. La Somalia è stata colpita da una grave siccità che ha devastato ampie zone del Corno d'Africa, lasciando circa 11 milioni di persone bisognose di assistenza umanitaria.
© UN/Stuart Price

FAO: Vertice d'emergenza a Roma sulla crisi umanitaria nel Corno d'Africa

Il 25 luglio si è svolto a Roma il vertice internazionale d'emergenza sulla crisi nel Corno d'Africa. L'incontro, organizzato dalla FAO su richiesta della Presidenza francese del Gruppo dei 20, ha riunito Ministri e Alti rappresentanti dei 190 paesi membri della FAO, altri organismi delle Nazioni Unite, organizzazioni inter-governative, ONG e banche regionali per lo sviluppo, allo scopo di esaminare misure da prendere per gestire la crisi nel Corno d'Africa e per mobilitare il supporto internazionale in favore dei paesi colpiti.

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha indirizzato al vertice un messaggio rilasciato da Valerie Amos, Coordinatrice per il soccorso d'emergenza e Sotto-Segretario Generale per gli affari umanitari. Nel messaggio Ban Ki-Moon parla della situazione nel Corno d'Africa come emergenza che, determinata da una catastrofica combinazione di alti prezzi del cibo, siccità e conflitti, ha lasciato più di 11 milioni di persone in condizioni di bisogno disperato. Molte di esse stanno morendo di fame.

Le risposte di breve e lungo periodo a questa drammatica crisi, avverte il Segretario Generale, devono non solo assicurare che le persone colpite ricevano del cibo, ma anche incoraggiare lo sviluppo di mezzi di sussistenza sostenibili nonché sicurezza alimentare e nutrizionale, specialmente tra le comunità pastorali che risultano essere le più vulnerabili, donne e bambini in prima linea.

Il Segretario Generale richiama, quindi, il documento "Task Force's Comprehensive Framework for Action" in cui sono indicati chiaramente i bisogni da soddisfare. Interventi di aiuto immediato devono essere legati alla costruzione della sostenibilità nel lungo periodo. Questo significa promuovere una trasformazione dell'agricoltura che migliori la resistenza dei mezzi di sussistenza negli ambienti rurali e minimizzi le possibilità di un'altra crisi in futuro. Tale trasformazione deve andare nella direzione di una produzione agricola intelligente per affrontare il cambiamento climatico, dell'allevamento sostenibile, della pescicoltura, di pratiche di mantenimento delle foreste per fare in modo che tutti abbiano accesso al cibo di cui hanno bisogno durante tutto l'anno.

La massima priorità per gli aiuti internazionali deve essere fornire cibo in maniera accessibile. E per fare ciò, è necessario circa un miliardo di dollari da stanziare per il resto dell'anno, dichiara Ban Ki-Moon, mentre fino ad ora è stata raccolta solo la metà della somma necessaria.

Un ulteriore impegno politico – da parte dell'Unione Africana, dei G20 e del Comitato per la Sicurezza alimentare – è assolutamente necessario visto che in gioco ci sono migliaia di vite e la sicurezza e la sostenibilità di un'intera regione.