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8/4/2016
Una donna tiene in braccio un bambino all'interno di un centro di accoglienza per vittime di stupro e violenze durante il genocidio in Rwanda.
© UN Photo//

Giornata della memoria in onore delle vittime del genocidio in Ruanda

Il 23 dicembre 2003 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con l’adozione della risoluzione A/RES/58/234, ha scelto il 7 aprile, data di inizio del genocidio del 1994 in Ruanda, come la Giornata della memoria in onore delle vittime del genocidio in Ruanda. Ogni anno, in tale data, le Nazioni Unite onorano la memoria delle oltre 800.000 vittime del genocidio.

In occasione di questa giornata, un omaggio speciale viene reso al popolo e al governo del Ruanda per la determinazione e la dignità che hanno dimostrato nel cammino verso la ricostruzione nazionale e la gestione del trauma causato da questo atroce episodio. In vista di tale Giornata, le Nazioni Unite organizzano eventi commemorativi presso la sede centrale di New York e presso altri uffici delle Nazioni Unite in tutto il mondo. Altri eventi in ricordo delle vittime del genocidio sono tenuti in diverse città e Paesi del mondo.

Viene di seguito riportato il messaggio del 2016, tradotto in italiano, del Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon:

"Nel 1994, oltre 800.000 persone vennero sistematicamente uccise in tutto il Ruanda. Si trattava per la gran parte di Tutsi, ma tra le vittime vi furono anche Hutu moderati, Twa e altri. In questa Giornata, ricordiamo tutti coloro che morirono nel genocidio, e rinnoviamo la nostra determinazione affinché simili atrocità non si ripetano più, in nessuna parte del mondo.

Tutti dovremmo farci ispirare dal coraggio dei sopravvissuti nel dimostrare che la riconciliazione è possibile anche dopo una simile tragedia. Mentre la regione dei Grandi Laghi si trova ancora alle prese con minacce gravi alla pace e alla sicurezza, guarigione e ricostruzione rimangono essenziali.

Commemorare le vittime del genocidio in Ruanda significa inoltre lavorare per la giustizia e per l’assunzione di responsabilità. Esprimo il mio apprezzamento agli Stati membri delle Nazioni Unite, sia nella regione sia al di fuori, per i loro continui sforzi volti ad arrestare e a consegnare i fuggitivi superstiti, e a porre fine all’impunità. Il modo migliore di garantire che il genocidio e altre oltraggiose violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale non si ripetano più è riconoscere la nostra comune responsabilità e il nostro impegno a intraprendere azioni collettive a tutela di quanti siano esposti ai rischi.

Un genocidio non è un evento isolato. E’ un processo che richiedere tempo e preparazione. La storia ha ripetutamente dimostrato che nessuna parte del mondo ne è immune. Uno dei segnali di allarme è la diffusione della retorica dell’odio nella dimensione pubblica e nei media contro specifiche comunità.

Quest’anno, il tema della ricorrenza è “Combattere l’ideologia del genocidio”. E’ fondamentale che governi, sistemi giudiziari e società civile si oppongano con fermezza alla retorica dell’odio e a coloro che fomentano divisione e violenza. Dobbiamo promuovere inclusione, dialogo e stato di diritto per creare società pacifiche e giuste.

La storia del Ruanda ci insegna una lezione fondamentale. Se la capacità di commettere il male peggiore risiede in ogni società, lo stesso vale per le virtù della comprensione, della generosità e della riconciliazione. Coltiviamo dunque insieme tutti questi caratteri essenziali del nostro comune senso di umanità per contribuire a costruire una vita in dignità e sicurezza per tutti."