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International Crisis Group: Rapporto sulle crisi internazionali nel mese di settembre 2010

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E' stato pubblicato il bollettino periodico "Crisis Watch", relativo al mese di settembre 2010 da parte dell'organizzazione non governativa International Crisis Group. Si tratta di uno strumento interessante per una valutazione degli sviluppi nelle principali aree di conflitto del pianeta.
Il bollettino segnala un peggioramento della situazione in 7 Paesi (Burundi, Ecuador, Guinea, Kashmir, Mozambico, Caucaso del Nord (non-Cecenia), Sri Lanka) e un miglioramento di nessuna situazione conflittuale.

Situazioni peggiorate: Burundi, Ecuador, Guinea, Kashmir, Mozambico, Caucaso del Nord (non-Cecenia), Sri Lanka.
Situazioni migliorate: nessuna.
Situazioni immutate: Afghanistan, Algeria, Armenia/Turchia, Azerbaijan, Bahrain, Bangladesh, Paesi Baschi (Spagna), Bielorussia, Bolivia, Bosnia, Repubblica Centrafricana, Ciad, Cecenia (Russia), Colombia, Comore, Costa d'Avorio, Cipro, Repubblica Democratica del Congo, Egitto, Eritrea, Etiopia, Georgia, Guatemala, Guinea-Bissau, Haiti, India (non-Kashmir), Indonesia, Iran, Iraq, Israele/Territori Palestinesi Occupati, Kazakistan, Kenya, Kosovo, Kyrgyzstan, Libano, Macedonia, Madagascar, Mali, Mauritania, Messico, Moldova, Myanmar/Burma, Nagorno-Karabakh (Azerbaijan), Nepal, Niger, Nigeria, Irlanda del Nord, Corea del Nord, Pakistan, Paraguay, Filippine, Rwanda, Serbia, Somalia, Sudan, Swaziland, Siria, Tajikistan, Tailandia, Timor-Est, Turchia, Uganda, Ucraina, Uzbekistan, Venezuela, Yemen, Zimbabwe.

In particolare in Guinea si registra un aumento delle divisioni politiche ed etniche, esacerbate dalle controversie legate alle elezioni presidenziali. Vi sono stati due giorni di disordini nella capitale tra i supporters dei due candidati presidenziali, Alpha Conde e Cellou Diallo, che hanno registrato un morto e decine di feriti. Vi sono stati ritardi nella comunicazione dei dati elettorali e il rifiuto di Diallo di nominare un nuovo direttore della commissione elettorale ha portato ulteriori tensioni tra i due schieramenti.

Nello Sri Lanka le manovre del Presidente Rajapaksa per consolidare il suo potere attraverso una forzatura della Costituzione ha de facto trasformato il terreno politico. L'8 settembre il Parlamento ha approvato il 18° emendamento alla Costituzione, che conferisce al Presidente un potere quasi illimitato con l'abolizione del limite alla durata del mandato presidenziale, abolendo la Corte Costituzionale e consentendo al Presidente di nominare direttamente i funzionari della magistratura, della polizia e degli organi elettorali.

Diversi manifestanti sono stati uccisi dalla polizia in Kashmir: le manifestazioni anti-India continuano e si diffondono in nuove aree del Paese, portando il numero dei manifestanti uccisi da giugno ad oltre 100. Il governo indiano il 25 settembre ha annunciato un piano in otto punti volto a calmare la situazione. I leader dei separatisti hanno respinto l'iniziativa e hanno dichiarati che le proteste continueranno.

La situazione in Burundi si è deteriorata sfociando in scontri violenti tra le forze di sicurezza e i gruppi armati, rapimenti e attacchi mortali contro la popolazione civile. Ci sono fonti attentibili che asseriscono che fazioni scontente dei risultati elettorali di inizio anno hanno ristabilito basi logistiche nelle aree di Rukoko e Kibira. Tuttavia le autorità locali negano che gli ex ribelli si stiano riorganizzando e insistono sulla presenza di "banditi" dietro i recenti attentati.

Questo mese si è registrata una nuova ondata di violenze nella irrequieta regione russa del Caucaso del Nord, a dimostrazione della crescente capacità della guerriglia di mettere in piedi operazioni di rilievo (si veda l'attacco suicida che ha fatto almeno 17 vittime in un mercato nella capitale dell'Ossezia del Nord). Un'ondata di attacchi della guerriglia ha anche colpito il personale di sicurezza e alcune infrastrutture in Dagestan.

La situazione in Ecuador ha preso una svolta drammatica alla fine del mese quando alcuni membri delle forze di polizia e delle forze armate hanno inscenato una protesta contro le misure di austerity, prendendo il controllo del palazzo dell'Assemblea Nazionale e dell'aeroporto, assediando l'ospedale militare dove il Presidente Correa aveva trovato rifugio. Il Presidente Correa ha successivamente dichiarato che questo è stato un colpo di stato.

Nel frattempo in Mozambico 13 persone sono state uccise ed oltre 170 ferite in una tre giorni di scontri che hanno avuto luogo all'inizio del mese a causa dell'aumento dei prezzi di cibo ed energia.

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