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Più di 25 reti della società civile si sono uniti alla Coalizione europea per porre termine alla violenza contro donne e ragazze (European Coalition to end violence against women & girls - VAWG) su invito della European Women’s Lobby per chiedere all’Unione europea (UE) di ratificare la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e il contrasto alla violenza contro le donne e alla violenza domestica (Convenzione di Istanbul).
L’UE ha firmato la Convenzione il 13 giugno 2017, anno che la Commissione europea aveva dedicato alle azioni mirate a combattere la violenza contro le donne. Tuttavia l’UE aveva deciso di limitare gli ambiti di giurisdizione della Convenzione alla competenza esclusiva nella cooperazione giudiziaria in materia penale, asilo e non respingimento. Il 12 settembre 2017 il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione sull’adesione dell’UE alla Convenzione, esortando gli Stati membri a velocizzare le operazioni necessarie per la ratifica e proponendo l’istituzione di un Coordinatore dell’UE per un’implementazione olistica della Convenzione sul territorio dei Paesi membri. Attualmente il Gruppo di lavoro sui diritti fondamentali, i diritti dei cittadini e la libera circolazione delle persone (FREMP) sta esaminando le possibilità per la ratifica da parte dell’UE.
La Coalizione europea per porre fine alla violenza contro donne e ragazze nella scheda informativa “The Istanbul Convention: A vital opportunity to end violence against women!”, chiede in particolare all’UE di ratificare la Convenzione di Istanbul, ampliandone gli ambiti di applicazione, a tutti i Paesi membri dell’UE e di sviluppare una Strategia comune sotto la guida di un Coordinatore nominato dall’UE per favorire lo scambio di buone pratiche a livello nazionale.
La Convenzione di Istanbul, adottata dal Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa il 7 aprile 2011, è il primo trattato giuridicamente vincolante in Europa a criminalizzare diverse forme di violenza contro le donne, inclusi la violenza fisica, psicologica, sessuale, molestie e stupro, stalking, mutilazione genitale femminile, matrimonio forzato, aborto forzato e sterilizzazione forzata. La Convenzione inoltre riconosce la violenza contro le donne come violazione di diritti umani e come forma di discriminazione.
9/3/2018