La Francia comunica al Consiglio d'Europa la deroga alla Convenzione europea dei diritti umani
A seguito dello stato d’emergenza adottato dopo gli attacchi terroristici del 13 novembre 2015, la Francia ha comunicato a Thorbjørn Jagland, Segretario generale del Consiglio d’Europa, di volersi avvalere dell’articolo 15 della Convenzione europea dei diritti umani e di escludere quindi temporaneamente l’applicazione di alcune disposizioni della Convenzione all’interno del Paese.
L’articolo 15 della Convezione prevede infatti che, in caso di guerra o in caso di altro pericolo pubblico “che minacci la vita della nazione, ogni Alta Parte contraente può adottare delle misure in deroga agli obblighi previsti dalla presente Convenzione, nella stretta misura in cui la situazione lo richieda e a condizione che tali misure non siano in conflitto con gli altri obblighi derivanti dal diritto internazionale”. Tale disposizione non autorizza tuttavia alcuna deroga all’articolo 2 (diritto alla vita); all’ articolo 4 (divieto di tortura e di trattamenti disumani e degradanti); all’articolo 4, par. 1 (divieto di schiavitù e di servitù); all’articolo 7 (principio nulla poena sine lege).
Inoltre, ogni Stato parte che eserciti tale diritto di deroga ha l’obbligo di tenere informato il Segretario generale del Consiglio d’Europa sulle misure prese, sui motivi che le hanno determinate, sulla data in cui esse cessano d’essere in vigore e in cui le disposizioni della Convenzione riacquistano piena applicazione. Infine, spetta alla Corte, a seguito di ricorsi individuali, verificare che i criteri della deroga siano stati rispettati.
Lo stato di emergenza in vigore in Francia è stato prorogato di tre mesi con la legge n. 2015-1501 del 20 novembre 2015.