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31/3/2022

Nazioni Unite: gli Stati devono garantire responsabilità, trasparenza e accesso ai siti segreti di detenzione

In un report al Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite, la Relatrice Speciale per la promozione e protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali nella lotta al terrorismo Fionnuala Ní Aoláin ha fornito una valutazione dei 20 anni di violenza, separazione, detenzione e traumi subiti da centinaia di uomini incarcerati come conseguenza della “guerra al terrore” condotta in seguito dell’attentato dell’11 settembre 2001, e ha espresso la sua preoccupazione riguardo la normalizzazione e l’espansione dei siti segreti di detenzione nel nordest della Siria e nello Xinjiang, in Cina.

La relatrice speciale ha poi sottolineato il fallimento degli Stati nell’implementare le raccomandazioni di uno studio del 2010 di quattro procedure speciali sulle pratiche legate alla detenzione segreta nella lotta al terrorismo, evidenziando i casi di 38 uomini musulmani ancora detenuti nella baia di Guantanamo, a Cuba, in condizioni definite di tortura e maltrattamenti. Ní Aoláin ha inoltre messo in relazione diretta il fallimento nell’affrontare l’eredità delle torture post 11 settembre e le pratiche contemporanee di detenzione arbitraria di massa, ponendo l’attenzione sull’urgenza di avere accesso pieno ed indipendente a questi siti.

Riguardo la situazione in Siria, ha espresso preoccupazione per le migliaia di uomini, donne e bambini che continuano ad essere arbitrariamente e indefinitamente detenuti in massa senza processi legali, chiedendo la cessazione di queste pratiche; in Cina ha invece posto l’attenzione su maltrattamenti, lavoro forzato, traffico di esseri umani e schiavitù nei confronti del popolo uiguro e di altri gruppi etnici nella provincia dello Xinjiang, chiedendo la chiusura dei siti segreti in cui vengono detenuti.

Ní Aoláin ha dichiarato che le violazioni dei diritti umani causate dal sistematico e legale uso della detenzione segreta in seguito all’11 settembre richiedono una responsabilità individuale specifica, sia statale che interstatale, in quanto è doveroso identificare le responsabilità di individui, istituzioni e Stati non solo per prevenire l’impunità ma anche come aspetto essenziale di garanzia di non reiterazione.