A A+ A++
19/7/2012
L'inviato Speciale di Nazioni Unite e Lega Araba per la Siria, Kofi Annan
© UN Photo/Jean-Marc Ferré

Nazioni Unite: l’Inviato Speciale Kofi Annan esprime speranza per un accordo del Consiglio di Sicurezza sulla Siria

L’Inviato congiunto di Nazioni Unite e Lega Araba per la Siria, Kofi Annan, rivolgendosi ai media a Mosca, ha espresso la speranza che i membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite saranno in grado di raggiungere un accordo per adottare una linea d’azione comune per affrontare la difficilissima situazione in Siria.

Kofi Annan è arrivato ieri a Mosca per due giorni di colloqui sulla crisi siriana. L’Inviato Speciale ha sottolineato l'importanza che il Consiglio di sicurezza si esprima con una voce unica, invitando le parti a rispettare il Piano in sei punti da lui presentato a marzo 2012. Il Piano prevede la fine delle violenze, l’ingresso nel Paese delle organizzazioni umanitarie, il rilascio dei detenuti e l’avvio di un dialogo politico inclusivo che tenga conto delle esigenze e delle aspirazioni del popolo siriano.

Anche il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon, in una conversazione con il Ministro degli Esteri russo Lavrov, ha sottolineato la "necessità imperativa" di una cessazione immediata della violenza. Ban-Ki Moon ha inoltre chiesto alla Russia di utilizzare la sua influenza sul regime siriano per garantire l’applicazione effettiva delle previsioni contenute nelle Risoluzioni 2042 e 2043, adottate dal Consiglio di Sicurezza, che prevedevano l’invio nel Paese di 30 osservatori militari non armati e il dispiegamento di una missione di monitoraggio delle Nazioni Unite finalizzata a verificare l'attuazione del Piano in sei punti.

A causa dell’escalation di violenza nel Paese, infatti, la Missione di Supervisione delle Nazioni Unite in Siria (United Nations Supervision Mission in Syria – UNSMIS), è stata costretta a sospendere le attività degli osservatori internazionali.


Si stima che, dall’inizio del conflitto in Siria, siano state uccise più di 10.000 persone, soprattutto civili. Il Consiglio di Sicurezza dovrebbe riunirsi in questi giorni per decidere, tra le altre cose, sul futuro della Missione UNSMIS, il cui mandato scadrà il 20 luglio, e su una linea d’azione comune per far cessare le gravi violazioni dei diritti umani nel paese.