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Con la pubblicazione del Rapporto "The State of Climate Services 2021: Water" di martedì 5 ottobre, L’Organizzazione Meteorologica Mondiale delle Nazioni Unite (WMO) ha affermato che sono necessari monitoraggi e previsioni più precise delle risorse e soprattutto una migliore gestione dell’acqua, per far fronte ad una incombente crisi idrica globale.
“L'aumento delle temperature si traduce in cambiamenti delle precipitazioni a livello globale e regionale, che porta a modifiche nei modelli di pioggia e nelle stagioni agricole, con un notevole impatto sulla sicurezza alimentare, sulla salute umana e sul benessere”, ha detto Petteri Taalas, il segretario generale di WMO. Oltre all’aumento di inondazioni e siccità, è riportato che sempre più persone soffrono lo “stress idrico” in continuo aumento a causa della crescita della popolazione e della diminuzione delle risorse.
I disastri legati all'acqua sono aumentati di molto dal 2000, secondo il Rapporto, che è stato coordinato dalla WMO ed include contributi da oltre 20 organizzazioni internazionali, agenzie di sviluppo ed istituzioni scientifiche.
I rischi legati alle alluvioni sono aumentati del 134% rispetto ai due decenni precedenti. Lo scorso anno le piogge estreme in tutto il continente hanno causato massicce inondazioni in Giappone, Cina, Indonesia, Nepal, Pakistan e India. È importante sottolineare che il rischio di alluvioni non è legato solo ai paesi in via di sviluppo, ma anche l’Europa è stata colpita duramente da inondazioni catastrofiche che hanno causato centinaia di morti e danni diffusi.
In Africa, invece, Il rischio di siccità è aumentato del 29% negli ultimi due decenni dove la mancanza di acqua continua ad essere una delle maggiori preoccupazioni. Più di due miliardi di persone vivono in paesi con stress idrico e soffrono per la mancanza di accesso all'acqua potabile ed ai servizi igienici.
Il Rapporto chiede di migliorare la gestione dell'acqua, di integrare le politiche idriche e climatiche e di aumentare gli investimenti poiché le misure attuali risultano essere frammentarie ed inadeguate. I paesi in via di sviluppo sono incoraggiati ad investire in sistemi di allerta precoce per siccità ed inondazioni. Inoltre viene sottolineata l’urgenza di aderire alla Water and Climate Coalition al fine di colmare le lacune relative alla raccolta di dati critici per i servizi climatici ed i sistemi di allerta.
La crisi idrica è strettamente collegata ai diritti umani. I fondamentali diritti alla vita, alla salute, ad un ambiente sano sono profondamente legati al diritto all’acqua potabile sicura e pulita come diritto essenziale per il pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani. Il diritto all’acqua è riconosciuto dalla Risoluzione A/64/L. 63, adottata il 29 luglio 2010 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che oltre ad affermare l’importanza del diritto all’acqua come diritto umano fondamentale, sottolinea la responsabilità degli Stati e delle organizzazioni internazionali nel “fornire risorse finanziarie, sviluppo delle capacità e trasferimento di tecnologia, attraverso l'assistenza e la cooperazione internazionale, in particolare ai paesi in via di sviluppo, al fine di intensificare gli sforzi per fornire acqua potabile e servizi igienici sicuri, puliti, accessibili ed a prezzi abbordabili per tutti”.
La Risoluzione si conclude affermando che solo attraverso la cooperazione di tutti i paesi sarà possibile far fronte alla crisi idrica incombente e realizzare così il diritto umano all'acqua ed il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.
13/10/2021