Consiglio d'Europa: il Commissario per i Diritti Umani chiede Senato italiano di astenersi dall'adottare il disegno di legge sulla sicurezza, perché violerebbe i diritti umani
- Data evento: venerdì 20 dicembre 2024
Il Commissario per i diriti umani, Michael O'Flaherty, il 16 dicembre 2024 ha inviato una lettera al presidente del Senato italiano, Ignazio La Russa, chiedendo al Senato di astenersi dall'adottare il disegno di legge 1236 sulla pubblica sicurezza, a meno che non venga modificato in modo sostanziale per garantire che sia conforme alle norme del Consiglio d'Europa in materia di diritti umani.
Nella lettera del Commissario si legge che “I diritti alla libertà di espressione e di riunione pacifica, sanciti dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, sono una pietra miliare della società democratica”. Il disegno di legge, se adottato, non solo violerebbe tali libertà fondamentali, ma sarebbe contrario ai principi dello stato di diritto perché “introdurrebbe reati definiti in termini vaghi, rischiando di lasciare spazio all’applicazione arbitraria e sproporzionata delle norme, con un impatto su attività che rappresentano legittimo esercizio delle libertà di riunione pacifica e di espressione”. Gli Stati membri godono di un certo margine discrezionale, ma tale martgine non è illimitato, come evidenziato dalla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo.
Inoltre, qualora venisse adottato, il disegno di legge 1236 criminalizzerebbe, ad esempio, atti quali l’interruzione della circolazione su strada mediante l’uso del proprio corpo. A questo proposito, il Commissario ricorda nella lettera che la Corte europea ha ripetutamente affermato che una manifestazione pacifica non dovrebbe, in linea di principio, essere soggetta alla minaccia di una sanzione penale e, in particolare, a una sanzione che prevede la privazione della libertà. Il Commissario segnala in particolare le disposizioni che “limitano i diritti delle persone ristrette nelle carceri o in altri centri di detenzione, le quali possono avere accesso limitato a percorsi istituzionali per la difesa dei loro diritti”, nonché le norme che “appaiono specificamente rivolte a quanti protestano per ragioni ambientaliste, compresi i giovani difensori dei diritti umani”.