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Consiglio diritti umani: il relatore speciale dell'ONU sulla povertà estrema e i diritti umani preconizza l'avvento dell"apartheid climatico"

Due giovani uomini durante l'alluvione dell'area di Shababuri nel Pemba in Mozambico, dopo una forte pioggia (Aprile 2019).
© UNICEF/Wikus De Wet

Philip Alston, Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla povertà estrema e i diritti umani ha presentato il 25 giugno 2019 il suo rapporto al Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite nel corso della 41^sessione ordinaria. Nel documento Alston sottolinea il fatto che il cambiamento climatico avrà un impatto maggiore sui più vulnerabili e potrebbe condurre oltre 120 milioni di persone alla povertà entro il 2030. In questo contesto i paesi maggiormente coinvolti saranno quelli che già si trovano nelle regioni più povere del mondo. 

Anche se, nella migliore delle ipotesi, la temperatura aumentasse solo di 1,5°C entro il 2100, le temperature estreme colpiranno molte aree fra le più povere del mondo e faranno sì che le persone si trovino ad affrontare scarsità di cibo ed un peggioramento delle loro condizioni di salute. Come conseguenza, molte persone, come già sta avvenendo in alcune zone dell'Africa, saranno obbligate ad emigrare. Alston prospetta l'avvento di un "apartheid climatico", uno scenario nel quale le persone più ricche avranno la possibilità di pagare per sfuggire al surriscaldamento, alla fame e ai conflitti mentre il resto della popolazione sarà costretta a soffrire.

Il relatore ha apertamente criticato le misure adottate dalla maggior parte delle organizzazioni che si occupano di diritti umani, che continuano a considerare il cambiamento climatico come una questione di secondo ordine, nonostante la catastrofe sia imminente. D'altro canto gli Stati sembrano andare nella stessa direzione, senza soddisfare nemmeno i loro attuali impegni per ridurre le emissioni di carbonio e fornire finanziamenti per il clima, continuando a sovvenzionare l'industria dei combustibili fossili con 5,2 trilioni di dollari l'anno.

Nel rapporto Alston enfatizza le conseguenze sociali del cambiamento climatico -spesso trascurate nel discorso odierno- mettendo in evidenza le potenziali conseguenze sul diritto alla vita, al cibo, all'alloggio e all'acqua nonché il possibile impatto sulla democrazia e sullo stato di diritto, poiché i governi potrebbero adottare delle misure restrittive dei diritti e delle libertà fondamentali per far fronte alle conseguenze del cambiamento climatico.

Secondo il Relatore speciale è necessario trovare la giusta ricetta per coniugare prosperità economica e sostenibilità ambientale, ma la transizione richiederà politiche solide a livello locale per sostenere i lavoratori sfollati e garantire posti di lavoro di qualità. "Una solida rete di sicurezza sociale sarà la migliore risposta ai danni inevitabili che il cambiamento climatico porterà", ha affermato Alston. "Questa crisi dovrebbe essere un catalizzatore per gli Stati affinché implementino i diritti economici e sociali, inclusa la sicurezza sociale e l'accesso al cibo, all'assistenza sanitaria, al ricovero e al lavoro dignitoso, per troppo tempo ignorati e trascurati".

Il rapporto completo è consultabile al link sottostante.

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ambiente migrazione Nazioni Unite / ONU diritti umani Consiglio diritti umani relatore speciale cambiamento climatico