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Corte Penale Internazionale: autorizzato l’Ufficio del Procuratore a continuare le indagini in Afghanistan

La Camera Preliminare II della CPI ha autorizzato, il 31 ottobre scorso, l’Ufficio del Procuratore a riprendere le indagini riguardo la situazione in Afghanistan. I giudici hanno ritenuto che l’Afghanistan non stia portando avanti una genuina indagine in merito e che le autorità afghane non stiano dimostrando interesse a portare avanti la richiesta di rinvio presentata dinanzi alla Camera in marzo del 2020.

All’epoca l'Ufficio del Procuratore aveva notificato la Camera riguardo la richiesta di rinvio presentata. Nel settembre 2021, invocando l’articolo 18(2) dello Statuto di Roma, il Procuratore aveva chiesto l’autorizzazione per riprendere con le indagini. Dopo aver invitato l’Afghanistan a fare delle osservazioni riguardo tale richiesta, senza ottenere nessuna risposta da parte del Governo, l’Ufficio del Procuratore ha consegnato il 29 agosto 2022 alla Camera il materiale che aveva già in possesso, aggiungendo ulteriori osservazioni e commenti delle vittime.

L’articolo 18(2) dello Statuto di Roma recita: “lo Stato può informare la Corte del fatto che sta conducendo o che ha condotto indagini su propri cittadini o su altri soggetti rientranti nella propria giurisdizione in relazione ad atti criminali [...] Su richiesta di tale Stato, il Procuratore sospende le proprie indagini in favore di quelle condotte dallo Stato, a meno che la Camera Preliminare, su richiesta del Procuratore, non decida di autorizzare le indagini”

La decisione è stata presa dopo aver analizzato il materiale trasmesso dall’Afghanistan. La Camera Preliminare II ha valutato che non sussistono gli elementi che porterebbero a considerare che il governo abbia mai portato avanti un'indagine paragonabile con quella dell’Ufficio del Procuratore (o che ne abbia l’intenzione). Inoltre ha considerato che le autorità afghane non hanno dimostrato interesse nel sostenere la richiesta di rinvio presentata nel 2020.

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