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Il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite riconosce la necessità di un ambiente sano come diritto umano

L'immagine ritrae un uomo che pianta alberi nella Repubblica Democratica del Congo per combattere il cambiamento climatico.
© UNICEF

In data 8 ottobre 2021, il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, con la Risoluzione 48/13, ha riconosciuto il diritto umano ad un ambiente sicuro, pulito, sano e sostenibile. David Boyd, Relatore Speciale delle Nazioni Unite sui Diritti Umani e l’Ambiente, ha affermato che la Risoluzione può essere intesa come una svolta storica con un “potenziale che cambia la vita in un mondo in cui la crisi ambientale globale provoca più di nove milioni di morti premature ogni anno. La Risoluzione sarà la base di cambiamenti costituzionali e leggi ambientali più forti, con implicazioni positive per la qualità dell'aria, per l'acqua pulita, il suolo sano, il cibo prodotto in modo sostenibile, l'energia verde, il cambiamento climatico, la biodiversità e l'uso di sostanze tossiche".

La Risoluzione è particolarmente importante per tutti i difensori dei diritti umani ambientali e per tutte le comunità - compresi donne, bambini, popoli indigeni ed altri gruppi vulnerabili - che soffrono in modo sproporzionato del degrado ambientale. Allo stesso tempo, una seconda Risoluzione (48/14), ha istituito un Relatore Speciale dedicato specificamente a questo tema.

Boyd ha esortato i leader che parteciperanno alla Conferenza delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico (COP26) a Glasgow, e coloro che saranno presenti dall’11 al 15 ottobre 2021 alla Conferenza delle Nazioni Unite sulla Biodiversità (COP15) a Kunming, in Cina, a mettere i diritti umani al centro delle loro decisioni ed ha affermato che il diritto ad un ambiente sano riflette una verità fondamentale che dovrebbe unire tutti, specialmente "in un mondo che troppo spesso enfatizza le differenze tra le persone”. Boyd ha anche ringraziato cinque membri del Consiglio - Costa Rica, Maldive, Marocco, Slovenia e Svizzera - per aver portato la risoluzione all'adozione dopo che, società civile e diverse altre comunità, hanno combattuto per 30 anni per il raggiungimento di tale fine. Il riconoscimento di questo diritto è stato approvato anche dal Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres, dall'Alto Commissario per i Diritti Umani Michelle Bachelet e da 15 agenzie delle Nazioni Unite, ed è sostenuto da giovani attivisti, gruppi imprenditoriali e da più di 1.300 organizzazioni della società civile di tutto il mondo.

In particolare, Michelle Bachelet ha invitato tutti i paesi a intraprendere azioni decise e coraggiose per rendere immediati e reali gli effetti del diritto ad un ambiente sano ed a “promuovere politiche economiche, sociali ed ambientali innovative che proteggano le persone e la natura". All'inizio dell'attuale sessione del Consiglio delle Nazioni Unite dei Diritti Umani, Bachelet ha sottolineato che il cambiamento climatico, l’inquinamento e la perdita della natura costituiscono tre minacce planetarie e si confermano come la più grande sfida della nostra epoca nel campo dei diritti umani. Ha anche sottolineato l'importanza del diritto alla partecipazione, all'accesso all'informazione e all'accesso alla giustizia, affinché il diritto umano ad un ambiente sano sia pienamente realizzato. "Dobbiamo costruire su questo slancio per andare oltre la falsa separazione tra azione ambientale e protezione dei diritti umani. È fin troppo chiaro che nessuno dei due obiettivi può essere raggiunto senza l'altro, e, a tal fine deve essere garantito uno sviluppo sostenibile e basato sui diritti umani", ha detto.

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