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Modern slavery: le Nazioni Unite presentano il Protocollo addizionale alla Convenzione sul lavoro forzato

Bambino colombiano pulisce le strade della baraccopoli in cerca di materiali da rivendere
© UN Photo

Il 13 giugno 2014 un Gruppo di esperti indipendenti e Rappresentanti Speciali delle Nazioni Unite in materia di schiavitù, immigrazione, traffico, vendita e sfruttamento sessuale di minori e sfollati interni ha dato ufficialmente il benvenuto all’adozione del Protocollo addizionale - giuridicamente vincolante - alla Convenzione sul lavoro forzato e obbligatorio (1930).

Adottato in occasione della Conferenza annuale dell’ILO - International Labour Organization, il Protocollo affronta le lacune esistenti e rafforza il corpo degli strumenti a disposizione alla lotta al lavoro forzato, compreso il lavoro minorile, il traffico di esseri umani, la schiavitù, le pratiche ad essa assimilabili, le forme contemporanee di schiavitù le relative violazioni dei diritti umani.

La nascita di questo strumento permetterà l’adozione di nuove ed avanzate misure di prevenzione, protezione e riparazione alle violazioni dei diritti umani derivanti dal lavoro forzato, nonchè l’applicazione delle legislazioni nazionali in materia e il potenziamento della cooperazione internazionale lungo il sentiero del gender e child-sensitive approach. L’atto entrerà in vigore solo in seguito all’apposizione della seconda ratifica di uno degli Stati membri della Convenzione sul lavoro forzato.

L’ILO ha stimato che oggi giorno sono circa 21 milioni le persone vittime del lavoro forzato. Tra queste, più della metà sono donne e ragazze, impiegate anzitutto nei lavori domestici e nel commercio dello sfruttamento sessuale. Diversamente, gli uomini e i ragazzi sono obbligati e sfruttati nel lavoro agricolo, delle costruzioni e nell’attività estrattiva.
La cifra di 150 miliardi di dollari americani è il profitto illegale ricavato ogni anno dall’economia privata che agisce attraverso le moderne forme di schiavitù.

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