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Monitoraggio del rimpatrio forzato in tutta l’UE: aggiornamento del 2021

Disegno: La persona addetta al monitoraggio dei rimpatri forzati osserva due agenti della polizia parlare con un uomo, c'è un aereo sullo sfondo

Dal 2014, l’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (FRA) aggiorna la sua panoramica dei sistemi di monitoraggio dei rimpatri forzati in tutta l'Unione Europea, pubblicando un documento annuale che riporta i sistemi di monitoraggio dei rimpatri forzati istituiti dagli Stati membri dell'UE ai sensi dell'articolo 8, paragrafo 6, della direttiva sui rimpatri dell'UE. In questa panoramica sono riportati diversi indicatori per presentare un sistema efficace di monitoraggio dei rimpatri forzati. Tra questi vi sono: l'organizzazione responsabile del monitoraggio del rimpatrio forzato, il numero di operazioni monitorate nel 2020, le fasi delle operazioni di rimpatrio analizzate, il numero di personale formato ed eventuali rapporti pubblici pubblicati dall’organismo di monitoraggio.

Gli sviluppi nel corso degli anni mostrano che l'attuazione dei sistemi di monitoraggio nazionali non è lineare e presenta molte lacune. In particolare, quando il monitoraggio è basato su un progetto o su un accordo temporaneo tra l'autorità e l'ente di rilevazione è evidente che al termine del finanziamento molti dati sono carenti. Questo è quanto è capitato ad esempio in Italia, Bulgaria e Lituania, dove è scaduto il finanziamento delle organizzazioni della società civile assegnate.

Mentre determinate lacune dipendono da accordi temporanei, altre sono dovute al fatto che alcuni Stati registrano poche operazioni e non coprono tutte le fasi del processo.

Nel corso del 2020 i rimpatri sono stati decisamente meno a causa della pandemia di Covid-19.

Inoltre, la panoramica qui presente non copre il pool di controllori dei rimpatri forzati dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera Frontex. 

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