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Nazioni Unite: la pace in Sud Sudan dipende dalla responsabilizzazione locale

© United Nations

“La nostra priorità per il 2023 è adottare un approccio "dalla pace alla gente", con il sostegno del governo", ha dichiarato Stephen Par Kuol, Ministro per il peacebuilding del Sud Sudan. 

Attraverso la governance locale e la riconciliazione delle comunità, il Sud Sudan sta cercando di affrontare sfide persistenti come la violenza intracomunitaria, una delle principali eredità di decenni di guerra.

Il Ministro ha spiegato che questo è un obiettivo che il Sud Sudan non può raggiungere da solo, per costruire la pace nel paese è necessario il supporto da parte delle regioni e la comunità internazionale.

Dal 2018, con la firma dell’accordo di pace, si sono evidenziati passi in avanti nei processi giudiziari, di sicurezza e costituzionali. Il governo punta a riunire i diversi leader tradizionali per evitare la formazione di possibili gruppi armati nel paese.

Adeng Leek, difensore dei diritti umani e rappresentante giovanile, sostiene che il Sud Sudan non è più uno Stato neonato e che per poter superare i problemi il governo deve dimostrare volontà politica ed essere responsabilizzato. 

La violenza intracomunitaria ha causato elevate violazioni dei diritti umani, quali forme di schiavitù e tratta di esseri umani. Edmund Yakani, rappresentante della società civile, afferma che per rafforzare la struttura bisogna costruire spazi per il dialogo civico. 

La fact finding mission ha stabilito, tra le azioni in concreto da favorire, la necessità di indire elezioni e puntare al raggiungimento del 35% di partecipazione femminile. Sara Beysolow Nyati, UN SG Deputy Special Representative sostiene che il futuro del Sud Sudan dipende dal empowerment che riceveranno i giovani e le donne e al raggiungimento di una pace sostenibile attraverso la giustizia transizionale.


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