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Nazioni Unite – Un bilancio della 15° sessione ordinaria del Consiglio dei Diritti Umani

NU, Ginevra, Sala del Consiglio dei diritti umani
© UN Photo

I lavori della 15° Sessione ordinaria del Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite, svoltasi a Ginevra dal 13 settembre al 1 ottobre, si sono conclusi con l’adozione di 28 risoluzioni e 17 decisioni.

Durante le tre settimane di discussione, il Consiglio ha svolto dibattiti generali su svariate questioni e ha discusso numerosi documenti, tra i quali i rapporti dell’Alto Commissario della Nazioni Unite per i diritti umani, Navi Pillay, e del Segretario Generale della Nazioni Unite, Ban Ki-moon.

Relativamente alla promozione e protezione di tutti i diritti umani (civili, politici, economici, sociali e culturali incluso il diritto allo sviluppo) il Consiglio ha dedicato alcuni incontri alla considerazione dei rapporti presentati dalle Procedure Speciali.

In tema di povertà, il Consiglio ha analizzato il rapporto dell’Esperto indipendente sulla povertà estrema e i diritti umani sui progressi dei Draft Guiding Principles sul tema. In merito a tale rapporto, il Consiglio ha invitato l’Ufficio dell’Alto Commissario a raccogliere commenti, suggerimenti e pareri da parte di Stati, agenzie ONU, organizzazioni internazionali e non governative da presentare al Consiglio nel corso della 19° sessione.

Il giorno seguente, la discussione sul diritto allo sviluppo, focalizzatasi sul rapporto del Gruppo di lavoro sul tema, ha rappresentato per il Consiglio un'ulteriore occasione per ribadire l'impegno a mantenere prioritaria nella propria agenda la realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.

In merito alla questione delle popolazioni indigene è stato condotto un dialogo interattivo con il Rappresentante Speciale sulla situazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali delle popolazioni indigene, il cui mandato è stato rinnovato per ulteriori 3 anni, e sono stati discussi i rapporti elaborati dal Meccanismo di Esperti sulle popolazioni indigene e dell’Ufficio per le questioni indigene dell’Alto Commissariato. Il Consiglio ha stabilito dedicare, nel corso della sua 18° sessione, un panel di mezza giornata sul ruolo giocato dalle lingue e dalla cultura nella promozione e protezione dell’identità e del benessere delle popolazioni indigene.

La tematica dei diritti umani delle donne è stata affrontata durante una panel discussion dedicata all’eliminazione di ogni forma di discriminazione di genere e durante la discussione annuale sul tema dell’integrazione della prospettiva di genere nei lavori del Consiglio diritti umani. Il Consiglio ha esortato tutti gli Stati ad adempiere agli obblighi assunti internazionalmente al fine di eliminare quelle prescrizioni normative che ancora discriminano in base al genere; il Consiglio ha quindi deciso di istituire, per un periodo di tre anni, un Gruppo di lavoro composto da 5 esperti indipendenti sul tema degli obblighi derivanti dai diritti umani relativi alla discriminazione, di fatto e di fronte alla legge, nei confronti delle donne.

Nel corso della sessione poi, per la prima volta, il Consiglio diritti umani ha affermato la natura giuridicamente vincolante del diritto all’accesso sicuro all’acqua potabile e alle strutture di sanificazione, facendolo derivare direttamente dal diritto ad uno standard di vita dignitoso. Catarina de Albuquerque, Esperto indipendente in materia, ha definito questa decisione di fondamentale importanza ed in grado di influenzare la vita di milioni di persone ancora prive di tale accesso.

Oltre ad avere rinnovato il mandato di numerose Procedure Speciale ed aver istituito, con un mandato iniziale di 3 anni, un Rappresentate Speciale sul diritto alla libertà di riunione e di associazione pacifico, il Consiglio ha poi approvato la nomina di Chaloka Beyani quale nuovo Relatore Speciale sui diritti umani delle persone sfollate e Juan Ernesto Mendez quale nuovo Relatore Speciale sulla tortura ed altre forme di trattamento o punizione crudele, inumano e degradante.

In tema di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e forme collegate di intolleranza, oltre ad un dibattito generale sulla progressiva implementazione della Dichiarazione e del Programma d’Azione di Durban, il Consiglio ha analizzato il rapporto del Rappresentante Speciale sulle forme contemporanee di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e relativa intolleranza e quello del Gruppo di lavoro di esperti su persone di discendenza africana. Inoltre, attraverso una Dichiarazione del Presidente, il Consiglio ha condannato recenti episodi di intolleranza religiosa, pregiudizio e collegate forme di violenza e discriminazione avvenuti in molte parti del mondo. La comunità internazionale è stata sollecitata a cooperare per porre fine a tutte le forme di intolleranza religiosa e ad adoperarsi per costituire un rete di mutua comprensione, anche attraverso forme di dialogo inter-religioso. Per suggellare l’impegno del Consiglio nella lotta alla discriminazione razziale, è stato istituito il Nenson Mandela International Day.

Relativamente al diritto all’educazione, dando seguito alla sua precedente Risoluzione 8/4 e al fine di rendere possibile la realizzazione dell’obiettivo “Education for all” entro il 2015, il Consiglio ha esortato tutti gli Stati ad eliminare il ventaglio di disuguaglianze di ordine economico e sociale che ne impediscono la piena attuazione. L'assemblea ha successivamente adottato il Piano d’azione per la seconda fase del Programma Mondiale per l’Educazione ai diritti umani (2010-2014), incoraggiando tutti i portatori d’interesse a sviluppare iniziative coerenti con il Programma Mondiale ed, in particolare, ad attuare il Piano d’azione. Inoltre, sempre in tema di educazione ai diritti umani, il Consiglio ha invitato il Rappresentante Speciale sull’indipendenza del sistema giudiziario a condurre uno studio tematico globale sull’educazione ai diritti umani e sulla formazione continua ricevuta dagli operatori giudiziari tutti (giudici, procuratori, avvocati difensori).

Nel corso della sessione poi, il Consiglio ha discusso il rapporto del Comitato di esperti indipendenti incaricato di monitorare le inchieste relative al conflitto di Gaza e i rapporti presentati dal Segretario Generale e dall’Alto Commissario per i diritti umani sui progressi fatti nell’implementazione delle raccomandazioni elaborate dalla relativa Commissione internazionale di inchiesta. E’ stato inoltre discusso il rapporto della Missione di inchiesta incaricata di investigare sulle violazioni del diritto internazionale, incluso il diritto umanitario e i diritti umani, in conseguenza dell’attacco israeliano alla flottiglia che portava assistenza umanitaria a Gaza avvenuto lo scorso 31 maggio 2010.

Nel corso della giornata dedicata alle situazioni che richiedono l’attenzione del Consiglio, è stato preso in considerazione il caso del Sudan, mentre In tema di assistenza tecnica e capacity-building sono state discusse le situazioni di Burundi, Haiti, Cambogia e, in maniera più approfondita, il caso della Somalia.

Infine, il Consiglio ha ufficialmente adottato i rapporti conclusivi relativi all’Esame Periodico Universale di Armenia, Bielorussia, Grenada, Guina-Bissau, Guyana, Kenya, Kiribati, Kuwait, Kyrgyzstan, Repubblica Democratica Popolare del Laos, Lesotho, Spagna, Svezia e Turchia.

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