L’immigrazione è vista o percepita, soprattutto nel discorso pubblico italiano, come fenomeno quasi esclusivamente maschile e anche in letteratura sono scarse le analisi (giuridiche, sociologiche, antropologiche, dei diritti umani o di altre discipline) sulle migrazioni femminili, nonostante le donne rappresentino più della metà della popolazione straniera ed esprimano condizioni soggettive, trattamenti e bisogni in parte diversi da quelli della comunità maschile. Mancano, inoltre, in Italia, salvo poche eccezioni, uno sguardo di genere al fenomeno delle migrazioni e in un’ottica di tutela dei diritti umani, nonostante entrambi necessari per leggere correttamente il complessivo movimento delle persone. Pur caratterizzando da sempre la storia dell’umanità, il fenomeno migratorio ha assunto, dal secolo scorso, caratteristiche e posizionamenti istituzionali speculari ai sistemi economici, politici, sociali e culturali dell’epoca contemporanea occidentale, con il risultato di spersonalizza e e rendere “neutro” il soggetto migrante, collocato in categorie tipizzate e con conseguente riproposizione di ruoli tradizionali – femminile e maschile – funzionali a detti sistemi.
Questo volume cerca, senza pretese di completezza, di porre rimedio a questi vuoti ed errati approcci, cominciando ad analizzare la condizione della donna migrante nei vari contesti, personali, sociali e istituzionali, nei quali si imbatte nel percorso migratorio, cercando di restituirle quella unicità che non si disperda in categorie standardizzate, provando a cogliere la concretezza dei suoi bisogni e desideri e leggendo le molteplici storie delle donne migranti all’interno dei meccanismi di regolazione, spesso escludenti quando non repressivi, del diritto (negato) di migrare. Non è privo di significato che questo Volume nasca dall’esperienza pratica delle autrici e degli autori, impegnati da tempo, con differenti ruoli, nel peculiare campo della realtà migratoria e non solo.