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Installazione artistica "Idee per un pianeta migliore", realizzata in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, Copenhagen 2009

Che cosa si intende per società civile globale

Autore: Marco Mascia

Sul terreno delle definizioni riguardanti la società civile globale abbiamo oggi a disposizione parametri meno arbitrari di quelli di cui potevamo avvalerci fino a pochi decenni orsono. Le circostanze storiche venutesi a creare dopo la seconda guerra mondiale ci offrono uno scenario della politica ricco di novità per quanto attiene in particolare alla varietà degli attori, all’avvenuto recepimento di principi di etica universale da parte del Diritto internazionale dei diritti umani, ai processi di organizzazione permanente della cooperazione internazionale, alla mobilità dei ruoli nello spazio dilatato dell’interdipendenza, alle molteplici possibilità di accesso al decision-making istituzionale per gli attori diversi dagli stati.

Particolarmente importante ai fini del nostro discorso è l’avvenuto sviluppo organico del Diritto internazionale dei diritti umani che esalta la centralità della persona umana e la conseguente legittimità di quelle formazioni sociali che sono libera espressione della volontà di singoli e di gruppi. Si fa strada l’idea che sia proprio il codice universale dei diritti umani, o meglio la coerente aderenza ad esso, a fare l’identità originaria della società civile e delle sue formazioni organizzate. In quest’ottica, A. Papisca suggerisce che per società civile debba intendersi quel

soggetto collettivo che è prioritario rispetto allo stato e al sistema degli stati perché ciascuno dei suoi membri individuali è titolare di diritti innati formalmente riconosciuti anche dalle norme del diritto internazionale. I diritti umani fanno lo status politico della società civile in quanto tale, cioè il suo porsi quale soggetto sociale originario. Pertanto i diritti umani sono la chiave per capire l’identità profonda della società civile e i termini del suo rapporto con le istituzioni derivate, compreso lo stato e il sistema degli stati.

Il parametro di riferimento è dunque etico-giuridico, sganciato da logiche mercantili. J. Habermas, su questa lunghezza d’onda, precisa da par suo:

Ciò che noi chiamiamo oggi società civile non include più l’economia regolata dai mercati del lavoro, dai mercati dei capitali e dai beni costituiti dal diritto privato. Al contrario, il suo cuore tradizionale è ormai formato da quei gruppi e associazioni non statali e non economici a base volontaria che uniscono le strutture comunicative dello spazio pubblico alla componente «società» del mondo vissuto. La società civile si compone di quelle associazioni, organizzazioni e movimenti che allo stesso tempo accolgono, condensano e ripercuotono, amplificandola nello spazio pubblico politico, la risonanza che i problemi sociali hanno nelle sfere della vita privata. Il cuore della società civile è dunque costituito da un tessuto associativo che istituzionalizza, nel quadro degli spazi pubblici organizzati, le discussioni che si propongono di risolvere i problemi riguardanti temi di interesse generale.

Per la Commission on Global Governance, il termine in questione

copre una moltitudine di istituzioni, associazioni di volontariato e network – gruppi di donne, sindacati, camere di commercio, cooperative agricole o di accoglienza, associazioni di sorveglianza del vicinato, organizzazioni a carattere religioso ecc. Tali gruppi incanalano gli interessi e le energie di molte comunità al di fuori del governo, dagli affari e dalle professioni agli individui che lavorano per il benessere dei bambini o per un pianeta più sano. [...] i movimenti di cittadini e ongora forniscono importanti contributi in molti campi, sia nazionali che internazionali. Essi possono offrire le conoscenze, le competenze, l’entusiasmo, un approccio non burocratico e prospettive di base, attributi che integrano le risorse delle agenzie ufficiali.

Un altro attento studioso del ruolo che la società civile globale gioca nell’attuale fase evolutiva del sistema di governance globale, J.A. Scholte, propone questa definizione:

uno spazio politico dove le associazioni di volontari cercano, dal di fuori dei partiti politici, di determinare le regole che governano uno o l’altro aspetto della vita sociale. I gruppi di società civile mettono insieme i cittadini in maniera non coercitiva nel deliberato tentativo di modellare le leggi formali e le norme informali che regolano l’interazione sociale.

Ph.C. Schmitter, tra i più illustri politologi dell’integrazione europea, vede il futuro dell’UE legato allo sviluppo e al consolidamento della democrazia partecipativa e a un più sostanziale riconoscimento di ruolo delle formazioni di società civile. Secondo questo autore «affinché l’UE riprenda energia e rafforzi la sua legittimazione, i suoi stati membri dovranno accordarsi su riforme che non si limitino a far funzionare meglio le sue istituzioni, ma anche a legare in un rapporto di maggiore responsabilità e fiducia i suoi governanti con i suoi cittadini». Egli vede negli attori di società civile la variabile indipendente di maggior rilievo con riferimento alla tenuta del sistema sopranazionale che egli chiama Europolity.

In linea con l’approccio che andiamo qui elucidando è anche la definizione contenuta nell’edizione 2003 del volume intitolato Annuario della società civile globale:

[per società civile si intende] la sfera di idee, valori, organizzazioni, reti e individui collocati primariamente al di fuori dei complessi istituzionali della famiglia, del mercato e dello stato e al di là dei confini delle società, delle comunità politiche e
delle economie nazionali. [...] la società civile globale si articola anche attorno al significato e alla pratica dell’eguaglianza umana in un mondo sempre più ingiusto e attorno al complesso dibattito su come i singoli esseri umani possono sviluppare le loro capacità per soddisfare i loro bisogni. Essa si esprime anche nel ricercare e sviluppare nuove forme di partecipazione civica e di coinvolgimento nel mondo globalizzante; nel cercare di dare «voce» a coloro che sono toccati da vecchie, nuove ed emergenti ineguaglianze in senso lato, nonché nel fornire una piattaforma politica e sociale perché tali voci siano ascoltate. Società civile globale significa impegno civico e onestà civile in una sfera che è transnazionale e potenzialmente globale; significa azione privata per pubblico vantaggio comunque si voglia definirlo. Essa è un’arena perché la gente esprima differenti punti di vista, valori e interessi e sia d’accordo o dissenta attorno ad essi.

Nel Rapporto presentato al Segretario generale delle Nazioni Unite l’11 giugno del 2004, il «Panel of Eminent Persons on United Nations-Civil Society Relations» col termine società civile fa riferimento

alle associazioni di cittadini (al di fuori delle loro famiglie, amici e affari) entrati volontariamente per promuovere i loro interessi, idee e ideologie. Il termine non include le attività di profitto (il settore privato) o di governo (il settore pubblico).

La Piattaforma nongovernativa per il Forum civile euromed col termine società civile, intende

gli individui e le organizzazioni che, su una base non lucrativa e sulla base dei valori universali dei diritti umani, della democrazia e del rispetto per il diritto internazionale, attraverso mezzi pacifici e agendo indipendentemente dalle autorità pubbliche, dagli interessi commerciali, dai programmi dei partiti politici e dai programmi religiosi, mobilitano l’opinione pubblica e promuovono, attraverso progetti e altre attività, il rispetto e la messa in opera di temi quali le libertà pubbliche, i diritti umani, la coesione sociale, le condizioni del lavoro, l’eguaglianza dei sessi, la diversità culturale, la qualità della vita, un ambiente sano e la protezione della natura, e la partecipazione dei cittadini alla vita politica. (…) Un elemento forte di questa definizione è che essa caratterizza la società civile come indipendente dai governi e come aderente ai principi democratici e ai diritti umani.

Sulla base della fenomenologia di cui disponiamo e tenuto conto dei più recenti apporti teorici, si ritiene che una definizione accettabile di «società civile» sia, oggi, quella che la identifica con l’insieme dei rapporti intersoggettivi che sono agiti per via transnazionale, al di là delle frontiere, per il conseguimento del ventaglio di obiettivi che fanno il bene comune dei membri della famiglia umana, in particolare per il soddisfacimento di quei bisogni vitali della persona che anche il vigente Diritto internazionale riconosce come diritti fondamentali.

Riferimenti bibliografici

A. Papisca, Documento presentato alla riunione di Mosca della Conferenza sulla dimensione umana della CSCE (oggi OSCE) dalla Commissione diritti umani della Assemblea dei cittadini di Helsinki, in “Pace, diritti dell’uomo, diritti dei popoli”, V, 2, 1991.

B.J.Habermas, Droit et démocratie, Paris, Gallimard, 1997.
Commission on Global Governance, Our Global Neighborhood, Oxford, Oxford University Press, 1995.

J.A.Scholte, Civil Society and Democratically Accountable Global Governance, in “Government and Opposition”, 39, 2, 2004.

H.Anheier, M.Glasius and M.Kaldor (eds), Global Civil Society 2003 Yearbook, Oxford, Oxford University Press, 2003.

Plate-forme non-gouvernementale pour le forum civil EuroMed, Réorganiser le forum civil euro-méditerranéen. Renforcer la coopération de la société civile dans le processus de Barcelone, février 2003.

Risorse

Aggiornato il

3/5/2010