A A+ A++

Due uomini preparano vassoi di cibo nella scuola Al Tijane a El Fasher per l'iftar, pasto serale che spezza il digiuno mussulmano nel mese del ramadan.
© UN PHOTO/Albert González Farran

Il rispetto dei principi democratici e dei diritti umani nel meccanismo africano di esame tra pari (APRM)

Autore: Martina Lucia Lanza, MA in Istituzioni e politiche dei diritti umani e della pace, Università di Padova / Collaboratrice del Centro diritti umani

Introdotto nel 2003, il meccanismo africano di esame tra pari (African peer review mechanism APRM) è un uno strumento di mutuo accordo, ad adesione volontaria, il quale si inserisce nel contesto del nuovo partenariato per lo sviluppo socio-economico africano (NEPAD).
Attraverso questo strumento, gli Stati si impegnano a verificare i progressi e le sfide incontrate rispetto a quattro aree tematiche: democrazia e governo dello Stato, gestione dell’economia, gestione delle imprese, sviluppo socio-economico.
Tali aree tematiche ed i relativi principi fondamentali sono alla base della Dichiarazione sulla governance della democrazia, della politica, dell’economia e delle imprese, sottoscritta nel 2002 dagli Stati parte del NEPAD.

Per quanto riguarda l’area tematica democrazia e governo, il meccanismo intende verificare il rispetto dei principi democratici in Costituzione, la possibilità di creare di un governo responsabile, e se tutti i cittadini possono partecipare ad un processo elettorale libero ed imparziale.
Gli obiettivi chiave di quest’area tematica sono i seguenti:

1. prevenire e ridurre i conflitti inter e intra statali;
2. diffondere la democrazia costituzionale, la quale include elezioni politiche periodiche e aperte, lo stato di diritto, l’istituzione di una carta dei diritti e la superiorità della Costituzione;
3. promuovere e proteggere i diritti civili, politici, economici, sociali e culturali, così come stabiliti negli strumenti giuridici africani ed internazionali per i diritti umani;
4. garantire la separazione dei poteri ed anche la protezione ed indipendenza del potere giudiziario e di un parlamento effettivo;
5. assicurare la responsabilità, efficienza ed efficacia dei titolari di incarichi pubblici e dei lavoratori della pubblica amministrazione;
6. lottare contro la corruzione nella sfera politica;
7. promuovere e proteggere i diritti delle donne;
8. promuovere e proteggere i diritti dei bambini e dei giovani;
9. promuovere e proteggere i diritti dei gruppi vulnerabili, inclusi gli sfollati interni ed i rifugiati.

Focalizzando l’attenzione strettamente sulla promozione e protezione dei diritti umani (obiettivo chiave n. 3), i criteri indicativi per gli Stati si basano su 5 domande:

a. Il Paese ha ratificato/aderito a tutti i rilevanti strumenti giuridici africani ed internazionali per i diritti umani?
b. Il Paese si è dotato di tutte le istituzioni rilevanti, come l’istituzione nazionale per i diritti umani e dell’ombudsman, con appropriate capacità e risorse?
c. Cosa ha fatto il governo per l’implementazione degli strumenti internazionali inerenti i diritti economici, sociali, culturali, civili e politici a cui ha aderito o ratificato?
d. Il Paese si è dotato delle necessarie capacità tecniche, finanziarie e di altro tipo per adempiere ai propri obblighi interni ed internazionali a riguardo?
e. In che misura sono realizzati i diritti nel Paese?

Il Processo comporta esami periodici delle politiche e delle pratiche degli Stati partecipanti per accertare i progressi fatti verso la realizzazione degli obiettivi concordati congiuntamente. Quindi, al fine di accedere al processo di esame, ogni Stato deve definire chiaramente un Programma di azione, comprensivo di tempistiche di realizzazione, sull’implementazione della Dichiarazione del 2002 del NEPAD.

Il meccanismo si concretizza in quattro tipologie di monitoraggio. Il primo esame del Paese è l’esame base, da realizzarsi entro 18 mesi dall’adesione al processo APRM, mentre il successivo esame è periodico ed avviene ogni 2 o 4 anni. In aggiunta, uno Stato membro può chiedere un esame ulteriore rispetto a quelli periodici prestabiliti; oppure può essere predisposto, in spirito di aiuto, un esame per uno Stato interessato dai primi segnali di impedimenti politici e crisi economica.

Ad oggi (febbraio 2015), sono 34 gli Stati membri che hanno aderito all’APRM e di questi 17 hanno completato la loro autovalutazione e sono quindi stati sottoposti all’esame di monitoraggio.

Risorse

Documenti

Aggiornato il

25/3/2015