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Anna Piratti, Speranza, VASI COMUNICANTI / paintings / acrilic on canvas 2013
© Anna Piratti

L'arte per l'educazione ai diritti umani

Autore: Desirée Campagna, MA in Istituzioni e politiche dei diritti umani e della pace, Università di Padova

La Dichiarazione delle Nazioni Unite sull’educazione e la formazione ai diritti umani afferma, all’Articolo 6.2, che “le arti devono essere incoraggiate quale strumento di formazione e crescita di consapevolezza nel campo dei diritti umani”. Riconoscendo nell’esperienza artistica un valido mezzo educativo per la realizzazione di una cultura universale dei diritti umani, gli artisti possono essere considerati degli human rights defenders dal valore aggiunto e la partecipazione culturale un’espressione informale della stessa educazione ai diritti umani.

Ampiezza di contenuti, linguaggi e metodologie educative

Le tecniche artistiche possono essere utilizzate quali validi strumenti di educazione ai diritti umani soprattutto nell’ambito della ricerca di “pratiche innovative” (Carta europea sull’educazione per la cittadinanza democratica e l’educazione ai diritti umani, art.11), in vista, cioè, dell’espansione dei contenuti, dei linguaggi e delle metodologie educative. L’arte stimola la creatività, e questa è riconosciuta, in più documenti formulati nell’ambito delle Nazioni Unite e del Consiglio d’Europa, un elemento fondamentale affinché l’ambiente di apprendimento sia “stimolante e capace di suggerire ispirazioni” (Linee guida del Consiglio d’Europa sull’educazione interculturale, pag. 32). 

Si spiega, dunque, perché la Raccomandazione dell’UNESCO sull’educazione per la comprensione, la cooperazione e la pace internazionale e sull’educazione relativa ai diritti umani e alle libertà fondamentali (1974) inciti gli educatori “ad applicare metodi che, facendo appello all’immaginazione creativa dei bambini e degli adolescenti, li preparino ad esercitare i loro diritti e le loro libertà” (par. 12) e perché lo studio delle varie culture e del patrimonio culturale di altri Paesi venga ritenuto fondamentale per “favorire il reciproco apprezzamento delle rispettive particolarità nonché lo studio delle reciproche influenze” (par. 17).

Arte ed educazione ai diritti umani possono trovare un orizzonte comune nella promozione dell’intelligenza creativa visto che:
“L’educazione interculturale dovrebbe stimolare l’immaginazione, in modo che si possa pensare di lavorare sui problemi globali con un approccio creativo e gradevole” (Linee guida del Consiglio d’Europa sull’educazione interculturale, pag. 23).

Dimensione spazio-temporale allargata

Secondo quanto affermato nel testo della Dichiarazione delle Nazioni Unite sull’educazione e la formazione ai diritti umani, l’educazione ai diritti umani presenta una dimensione spazio-temporale allargata non solo perché “comprende tutte le attività di educazione, formazione, informazione, coscientizzazione e apprendimento intese a promuovere l’universale rispetto e osservanza di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali” (art.2.1) ma anche perché “l’educazione e la formazione ai diritti umani è un processo di educazione permanente che interessa tutte le età” (art. 3.1).

L’arte può risultare, sotto questo punto di vista, particolarmente utile alla promozione di attività di educazione, formazione, sensibilizzazione ai diritti umani per la possibilità di attivare, attraverso interventi di partecipazione culturale, dei momenti educativi informali, nelle scuole e al di là di esse, negli spazi ed eventi pubblici. L’educazione ai diritti umani attraverso le arti e la partecipazione culturale possono essere considerate, quindi, una specifica tipologia di educazione informale, intesa come “il processo continuativo nel quale ogni individuo acquisisce attitudini, valori, abilità e conoscenze dagli apporti e dalle risorse educative presenti nel proprio ambiente e dall’esperienza quotidiana” (Carta europea sull’educazione per la cittadinanza democratica e l’educazione ai diritti umani, art. 2, lett. (e)).

Un apprendimento trasformativo

Un fertile terreno d’incontro tra le arti, la partecipazione culturale e l’educazione ai diritti umani può trovarsi nella prospettiva del cosiddetto “apprendimento trasformativo”, capace di comprendere “la messa in grado effettiva delle persone di godere ed esercitare i loro diritti e di rispettare e sostenere i diritti degli altri” (Dichiarazione delle Nazioni Unite sulla formazione e l’educazione ai diritti umani, art. 2.2). Poiché, come affermato nella Carta europea sull’educazione per la cittadinanza democratica e l’educazione ai diritti umani (par. 5, lett. (g)), “uno degli obiettivi fondamentali di qualsiasi educazione per la cittadinanza democratica e l’educazione ai diritti umani non è soltanto quello di attrezzare di conoscenze, competenze e abilità i discenti, ma anche quello di renderli capaci di intraprendere tempestivamente nella società azioni per la difesa e la promozione dei diritti umani, della democrazia e dello stato di diritto”, l’esperienza artistica può validamente contribuire a questa missione educativa facendo leva sull’apprendimento proattivo dei contenuti, sull’impegno morale e la responsabilità civica che ne deriva.

Nel documento finale della Conferenza dell’UNESCO sull’educazione artistica svoltasi a Lisbona nel 2006 si esplicita in chiari termini il legame tra educazione artistica, impegno morale ed educazione alla cittadinanza:

“Oggi vi è un divario crescente tra i processi cognitivi ed emotivi che conduce ad un maggiore focus, nei contesti di apprendimento, sullo sviluppo delle competenze cognitive rispetto al valore riconosciuto alla sfera emotiva. Questa enfasi sugli aspetti cognitivi, a discapito della sfera emotiva, è causa del declino morale della società. Il processo emotivo è parte del decision-making e agisce come vettore di azioni e di idee, favorendo la riflessione ed il giudizio. Un senso morale profondo, che si pone alle radici della cittadinanza, richiede il coinvolgimento emotivo. L’educazione artistica, incoraggiando lo sviluppo emotivo, può promuovere un equilibrio migliore tra lo sviluppo cognitivo ed emotivo e dunque supportare la costruzione di una cultura di pace” (pag. 5).


Attraverso l’esperienza artistica, promossa non solo negli istituti scolastici ma anche negli spazi pubblici, attraverso interventi volti a promuovere la partecipazione culturale, l’educazione ai diritti umani può generare un concreto apprendimento trasformativo, come definito dalle Linee guida del Consiglio d’Europa sull’educazione interculturale:

“L’apprendimento trasformativo attraverso l’educazione interculturale genera un cambiamento profondo nelle premesse del pensiero, dei sentimenti e delle azioni. A questa educazione della mente e del cuore consegue un cambiamento radicale che va verso l’interconnessione e l’adozione di tutti i mezzi atti a garantire maggiore equità, giustizia sociale, comprensione e cooperazione tra i popoli” (pag. 13).

Notevoli assonanze possono rilevarsi, dunque, tra l’apprendimento trasformativo che deve prodursi attraverso l’educazione ai diritti umani e che può essere  rafforzato dall’esperienza artistica, e i principi della Dichiarazione delle Nazioni Unite sul diritto e la responsabilità degli individui, dei gruppi e degli organi della società di proteggere e promuovere le libertà fondamentali e i diritti umani universalmente riconosciuti (1999).

Nella prospettiva in cui le potenzialità educative dell’arte per la promozione dei diritti umani siano riconosciute, gli artisti possono essere considerati degli human rights defenders dal valore aggiunto, investiti del diritto e della responsabilità di donare, al più largo numero di persone, l’immaginazione necessaria alla risoluzione delle ingiustizie e le abilità richieste per agire creativamente per il cambiamento della società.

Aggiornato il

24/7/2013