Il Programma mondiale per l'educazione ai diritti umani
Il Programma mondiale per l’educazione ai diritti umani (World Programme for Human Rights Education) è un programma delle Nazioni Unite ancora in attuazione nella sua quarta fase, indirizzato a promuovere una comprensione comune dei principi e delle metodologie con le quali attuare una genuina e significativa educazione ai diritti umani. In particolare, il Programma mondiale cerca di promuovere percorsi di educazione ai diritti umani in tutti i settori della società e di fornire un quadro di riferimento per un’azione concreta e coordinata, mirando a rafforzare la partnership e la cooperazione a livello internazionale, al fine di creare un continuum coerente che possa radicarsi anche su base locale.
Il Programma mondiale è stato adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (Risoluzione 59/113) il 10 dicembre 2004. E’ coordinato dall'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani e si basa sui risultati dell’esperienza del Decennio per l’educazione ai diritti umani 1995-2004 (vedi scheda dedicata).
Il Programma mondiale è stato strutturato in fasi consecutive, al fine di focalizzare meglio gli obiettivi nazionali dell'educazione ai diritti umani in specifici settori.
La prima fase (2005-2009) ha considerato in via prioritaria i sistemi educativi nella scuola primaria e secondaria. Il Piano d'azione deciso per la prima fase ha proposto strategie concrete e idee pratiche per l'attuazione dell’educazione ai diritti umani a livello nazionale. Operativamente Sul piano operativo, i vari uffici ed agenzie delle Nazioni Unite hanno pubblicato numerosi manuali didattici per i diversi ordini di scuola.
La valutazione finale di questa prima fase è avvenuta sulla base delle relazioni nazionali fornite all' Ufficio dell'Alto Commissario per i diritti umani, raccolte e commentate dal Comitato di Coordinamento delle Nazioni Unite sull’Educazione ai Diritti Umani nel Sistema Scolastico in un Report conclusivo.
La seconda fase, (2010-2014), si è concentrata sull’educazione ai diritti umani per l'istruzione superiore e sui programmi di formazione ai diritti umani per insegnanti ed educatori, funzionari pubblici, funzionari di polizia e personale militare. Il focus è stato definito sulla base di una consultazione,, promossa dall'Alto Commissario per i diritti umani, alla quale anche l’Italia ha fornito il proprio contributo. Le indicazioni operative concernenti la seconda fase sono contenute Piano d’Azione per la Seconda Fase del Programma Mondiale per l’Educazione ai Diritti Umani., in cui viene rilevata l'importanza fondamentale dell'educazione ai diritti umani nell'istruzione superiore, intesa come un processo che comprenda due aspetti interrelati:
- I diritti umani attraverso l'educazione: dove tutte le componenti del processo di apprendimento, compresi i curricula, i materiali, i metodi e la formazione, sono da considerarsi strumenti necessari per un corretto apprendimento dei diritti umani;
- Diritti umani nell'educazione: dove si rileva la necessità di garantire il rispetto e la pratica dei diritti umani da parte di tutti gli attori all'interno del sistema di istruzione superiore.
Con queste premesse vengono indicate azioni specifiche rivolte alle diverse componenti del percorso educativo: politiche nazionali adeguate, cooperazione internazionale, coordinamento e valutazione.
Nel 2013 è stato pubblicato il rapporto Views of States, national human rights institutions and other relevant stakeholders on the target sectors, focus areas or thematic human rights issues for the third phase of the World Programme for Human Rights Education, redatto dall'Ufficio dell'Alto Commissario per i diritti umani e adottato dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Il rapporto, che apre la strada alla terza fase (2015-2019) di attuazione del Programma mondiale, analizza e riassume le posizioni e le opinioni espresse dagli Stati, dalle istituzioni nazionali per i diritti umani e da altri attori della società civile che si occupano del settore dell'educazione, con particolare riferimento ai punti di forza e alle criticità riscontrati nelle precedenti fasi del programma.
Dal rapporto era emersa la necessità di continuare a dare priorità all'educazione ai diritti umani nei settori di riferimento già individuati nelle fasi precedenti, vale a dire il sistema di istruzione formale - l'istruzione primaria, secondaria e superiore - così come la formazione per i dipendenti pubblici, funzionari di polizia e militari. Si sottolinea, inoltre, la necessità di allargare il Programma per l'Educazione ai diritti umani anche ai media, ai giornalisti ed alle organizzazioni della società civile che si occupano in particolare di politiche giovanili, persone con disabilità, minoranze, popoli indigeni e donne vittime di violenza.
La valutazione finale della terza fase è avvenuta nel 2020, durante la 45esima sessione del Consiglio Diritti Umani. Il rapporto presenta uno scenario complessivamente positivo, sottolineando, in particolare, l’impegno degli Stati contribuenti nell’introduzione di programmi di formazione sui diritti umani rivolto soprattutto a media e giornalisti, e nell’uso sempre più diffuso di mezzi tecnologici e multimediali per facilitare l’accesso all’apprendimento. Il rapporto si conclude ricordando l’importanza nell’avanzare nella sensibilizzazione dei diritti umani alla luce anche della situazione pandemica mondiale COVID-19 di quegli anni.
Nel settembre 2018, tramite la Risoluzione 39/3, il Consiglio Diritti Umani ha selezionato i giovani come l’obiettivo principale della quarta fase del Programma mondiale per l’educazione ai diritti umani, programmato per il quinquennio 2020-2024. Particolare enfasi è stata posta sull’educazione e la formazione all’uguaglianza, alla non-discriminazione, all’inclusione e al rispetto della diversità con l’obiettivo anche di allineare la quarta fase con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, nello specifico l’obiettivo 4.7 (istruzione come sviluppo sostenibile e società globale). L’ Alto Commissario per i Diritti Umani in collaborazione con gli Stati, le organizzazioni intergovernative e la società civili, compresi i gruppi e le reti guidate dai giovani, ha elaborato un Piano di Azione, successivamente adottato dal Consiglio Diritti Umani con la risoluzione 42/7 (settembre 2019).
Prendendo in esame il Piano di Azione della quarta fase, gli obiettivi specifici presenti sono i seguenti:
- Costruire sui progressi fatti durante le fasi precedenti del Programma mondiale, incoraggiando lo sviluppo, l’adozione e l’attuazione di strategie nazionali per l’educazione ai diritti umani dei giovani
- Estendere l’istruzione dei diritti umani per, con e dai giovani con particolare enfasi per quelli in stato di esclusione e vulnerabilità
- Fornire linee guida sulle componenti e azioni chiave per una educazione ai diritti umani per i giovani nell’ambito dell’istruzione formale e non
- Incoraggiare e sostenere la partecipazione e la leadership dei giovani nella programmazione dell'educazione ai diritti umani per i giovani
- Sottolineare il contributo dell’educazione nei diritti umani rispetto alla realizzazione di uno sviluppo sostenibile così come visionato nell’Agenda 2030
- Incoraggiare il networking e la cooperazione nell'educazione nei diritti umani, sia a livello locale, regionale che internazionale
Nel Rapporto intermedio sull’attuazione della quarta fase rilasciato nel luglio 2022, l’Alto Commissario ha enfatizzato l’importanza dei programmi di educazione extrascolastici promossi dai giovani, in considerazione dell’efficacia dell’apprendimento peer-to-peer come elemento base dell’istruzione ai diritti umani. Il documento si conclude enfatizzando il ruolo cruciale delle nuove tecnologie come principale vettore dell’apprendimento, ponendo l’accento però nel non accrescere il “divario digitale” che già esiste tra i giovani nelle diverse parti del mondo.