partecipazione culturale

Le potenzialità educative della partecipazione culturale

Anna Piratti, Coraggio, VASI COMUNICANTI / paintings / acrilic on canvas 2013
© Anna Piratti

Il diritto a prendere parte alla vita culturale e il diritto all’educazione sono indissociabili e si rafforzano reciprocamente. Non solo perché prendere parte alla vita culturale richiede lo sviluppo da parte degli individui delle capacità necessarie “ad essere coinvolti nella creazione delle espressioni spirituali, materiali, intellettuali ed emotive della comunità”, e dunque l’attivazione di un “empowerment culturale inclusivo” (General Comment n°21 sul diritto a prendere parte alla vita culturale, Comitato dei diritti economici, sociali e culturali, par. 69), ma anche perché la stessa partecipazione culturale, e la relativa fruizione di esperienze artistiche, contribuiscono alla realizzazione dei “fini dell’educazione”. Le Conferenze che l’UNESCO ha dedicato a questo tema riconoscono a pieno le potenzialità educative della partecipazione culturale sostenendo l’importanza dell’educazione artistica sia nel contesto scolastico che in una prospettiva di apprendimento permanente.


Il “pieno sviluppo della personalità umana”

Le potenzialità educative della partecipazione culturale si manifestano nel momento in cui l’esperienza artistica si orienta al “pieno sviluppo della personalità umana” che rappresenta “tra gli obiettivi educativi che sono comuni all’art. 26.2 della Dichiarazione universale dei diritti umani e all’art. 13.1 del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, quello fondamentale” (General Comment n° 13 del Comitato dei diritti economici, sociali e culturali sul diritto all’educazione, par. 4).

Il richiamo alla necessità di un’educazione olistica è presente anche nell’art. 29.1 della Convenzione sui diritti del bambino, in cui si riconosce quale fine dell’educazione “il favorire lo sviluppo della personalità del fanciullo, nonché delle sue facoltà e delle sue attitudini mentali e fisiche, in tutte le loro potenzialità”, promuovendo, dunque “un appropriato equilibrio tra gli aspetti fisici, mentali, spirituali ed emotivi e la dimensione intellettuale, sociale e pratica dell’educazione” (General Comment n°1, Art. 29: I fini dell’educazione, Comitato sui diritti del bambino, par. 12).

Sulla stessa linea d’onda si pone anche il Piano d’Azione di Dakar (2000) che, nel ribadire l’impegno sottoscritto a Jomtien (1990) dalla comunità internazionale riguardo l’Educazione per tutti, afferma che le pratiche educative devono essere orientate a “lasciar scorrere (to tap) i talenti e il potenziale di ogni individuo […] affinché possa migliorare la sua vita e trasformare la società” (par. 3).


Educazione artistica come educazione olistica

La prima Conferenza che l’UNESCO ha dedicato all’educazione artistica (Lisbona, 2006) ha portato a dei risultati particolarmente significativi per quanto riguarda la concettualizzazione delle potenzialità educative dell’arte.

Riprendendo i contenuti di questo documento, il contributo della partecipazione culturale al “pieno sviluppo della personalità umana” può essere così riassunto:

“Ciascun individuo possiede un potenziale creativo. L’arte crea ambienti e favorisce pratiche grazie alle quali il soggetto in apprendimento può vivere esperienze e processi di sviluppo creativi. Avviare la persona a delle esperienze artistiche, tenendo conto della cultura che gli è propria, coltiva nell’individuo uno spirito di creatività e di iniziativa, un’immaginazione fertile, senso morale e libertà di pensiero e di azione” (pag. 4).

L’arte può essere considerata, dunque, uno strumento di educazione olistica, soprattutto in un contesto sociale in cui “sempre maggior enfasi viene posta sullo sviluppo delle capacità cognitive, mettendo in secondo piano la sfera emotiva” (pag. 5).

L’esperienza artistica e culturale viene riconosciuta, infine, quale elemento indispensabile al miglioramento della qualità dell’educazione. Se può essere considerata “educazione di qualità” un’educazione “inclusiva e ispirata ai diritti della persona, capace di dotare gli individui delle conoscenze necessarie a vivere consapevolmente nella società”, l’educazione artistica può fornire diversi elementi fondamentali per la sua realizzazione: “l’apprendimento attivo, l’entusiasmo e l’interesse degli alunni, il rispetto e l’impegno verso le comunità e la cultura locale, la motivazione degli insegnanti” (Conferenza di Lisbona sull’educazione artistica, pag. 6).

Si spiega dunque perché “la cultura e l’arte siano delle componenti essenziali di un processo educativo comprensivo capace di provvedere al pieno sviluppo della personalità dell’individuo” e perché, di conseguenza, l’educazione artistica sia “un diritto umano universale, per tutti i soggetti in apprendimento, inclusi coloro che sono spesso esclusi dall’educazione, ovvero gli immigrati, le minoranze, e le persone con disabilità” (Conferenza di Lisbona sull’educazione artistica, pag. 3).

 

Le dimensioni espanse dell’educazione

Riconosciute, dunque, le potenzialità che, attraverso l’esperienza artistica, la partecipazione culturale può dimostrare in ambito educativo, le stesse occasioni educative possono espandersi, di diritto e con consapevolezza, alle situazioni informali, alla vita pubblica e a tutti i contesti, pubblici o privati, in cui avvengono interazioni e creazioni culturali.

Come affermato dal General Comment n°1 del Comitato sui diritti del fanciullo, “l’educazione in questo contesto va ben oltre le attività scolastiche formali per comprendere quell’ampio spettro di esperienze di vita e processi di apprendimento che rendono gli individui, singolarmente o in gruppo, capaci di sviluppare la propria personalità, i talenti e le abilità e di condurre una vita piena e soddisfacente all’interno della società” (par. 2).

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