Gli effetti della guerra al terrorismo sulle politiche migratorie europee all’indomani dell’11 settembre: la reazione dell’Unione Europea a confronto con la risposta italiana
La guerra al terrorismo ha assorbito l’attenzione pubblica a un punto tale che le critiche circa l’impatto delle misure antiterroristiche sulle politiche statali sono state, a livello governativo, minime, se non nulle. La natura di gran parte dei provvedimenti adottati dopo l’11 settembre 2001 ha progressivamente eroso valori e principi che risultano essenziali in una cornice democratica.
Il presente articolo esamina l’effetto della lotta al terrorismo in relazione a un elemento peculiare della sfera democratica, la tutela dei migranti, i cui fragili diritti sono spesso sacrificati in nome di un presunto bene comune. In particolare, le revisioni concernenti la politica migratoria comunitaria derivanti dalla lotta al terrorismo saranno confrontate con gli effetti generati dalla stessa all’interno dell’ordinamento nazionale di uno dei Paesi membri dell’Unione Europea, l’Italia. Lo scopo è di valutare se, in un clima di presunto pericolo pubblico, un meccanismo sovranazionale come l’Unione Europea sia in grado di offrire garanzie più efficaci per la tutela dei diritti fondamentali rispetto a un sistema nazionale.