L’UE è “spazio” congruo rispetto alle nuove esigenze funzionali della democrazia, la cui pratica rischia il collasso nell’asfittico spazio – territoriale, giuridico, politico – dello stato nazionale. La dimensione del sistema dell’UE si presenta in corretto rapporto di scala con l’ordine di grandezza delle esigenze, innanzitutto spaziali, della democrazia affinché questa sopravviva e si sviluppi. Nel mondo si guarda all’UE come ad un modello di architettura istituzionale e di sperimentazione di nuova governance con al suo attivo, già, il conseguimento del più grandioso dei risultati immaginabili: la pace stabile fra stati e popoli europei che per secoli si sono affrontati in guerre sanguinosissime.
L’attenzione dell’Autore è soprattutto rivolta alle possibilità che si offrono ai cittadini di accedere ai processi decisionali, alle opportunità ma anche agli ostacoli che tuttora si frappongono alla rappresentanza degli interessi e alla partecipazione politica nel sistema UE. Rilievo viene quindi dato al ruolo degli attori della domanda politica, sia a quelli che si fanno portatori dei valori e degli interessi generali della società civile, come in particolare sono le organizzazioni non governative e le federazioni partitiche europee, sia a quelli del settore privato, cioè ai gruppi d’interesse economici.