Antonio Papisca difensore dei diritti umani

Antonio Papisca durante i lavori dell'udienza conoscitiva al Parlamento europeo per l'adesione dell'Unione Europea alla Convenzione europea dei diritti umani, Strasburgo, 18 marzo 2010.
© Parlamento Europeo

Antonio Papisca, Emerito, già professore ordinario di Relazioni internazionali nell’Università di Padova, dopo aver percorso le tradizionali tappe della carriera universitaria (Assistente ordinario di Organizzazione internazionale presso l’Università di Parma nel 1965, Libero Docente di Diritto internazionale e professore incaricato presso le Università di Parma e di Catania), ha vinto nel 1975 il concorso per la cattedra di Scienza Politica-Relazioni internazionali nella Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Catania. E’ stato chiamato a Padova nel 1978 a ricoprire presso la Facoltà di Scienze Politiche la cattedra di Relazioni internazionali. La Città viveva nell’incubo della violenza e del terrorismo. Nel 1980 è stato eletto Preside della Facoltà di Scienze Politiche. La sua preoccupazione maggiore era quella di dare un segnale di forte discontinuità con il passato. Nel 1982 ha creato il Centro di studi e di formazione sui diritti della persona e dei popoli, poi divenuto Centro di Ateneo per i Diritti Umani. Era il primo Centro in Europa e nel mondo che veniva istituito all’interno di una università. L’appello contenuto nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani di promuovere “con l’insegnamento e l’educazione” il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali veniva istituzionalmente raccolto e incardinato nell’antico Ateneo patavino il cui celebre motto è Universa universis patavina libertas. Il Centro nasceva nel segno della speranza e della rinnovata capacità creativa del mondo universitario. La visione di Antonio Papisca era quella di un umanesimo integrale da realizzarsi nello spazio dilatato dei diritti umani internazionalmente riconosciuti, nella costante tensione a costruire un ordine di pace, dalla Città all’ONU, in cui vita e pace, stato di diritto e stato sociale sono assunti come due facce della stessa medaglia. Interdipendenti e indivisibili.

L’obiettivo strategico di inserire nell’ordinamento universitario italiano l’insegnamento dei diritti umani viene raggiunto nel 1988, 40° anniversario della Dichiarazione universale, quando entrò in funzione la Scuola (triennale) di specializzazione in Istituzioni e tecniche di tutela dei diritti umani poi trasformata, con la riforma universitaria, nella Laurea magistrale in Istituzioni e politiche dei diritti umani e della pace. Dieci anni dopo, nel 50° anniversario della Dichiarazione universale, promuove la creazione del Master Europeo in Diritti Umani e Democratizzazione, progetto maggiore dell’Unione Europea di cui quest’anno ricorre il 20° anniversario. Oggi le università partner sono 41, da tutti i paesi membri dell’UE, e si riuniscono nel Centro Inter-Universitario Europeo per i Diritti Umani e la Democratizzazione istituito ancora su iniziativa del professor Papisca nel 2003. Nel 1999 l’UNESCO, quale riconoscimento per il suo straordinario impegno nel campo dell’educazione alla pace e ai diritti umani, gli attribuisce la Cattedra Unesco “Diritti umani, democrazia e pace”. Nel 1999 firma Ginevra, insieme all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Mary Robinson, un Memorandum of Understanding tra il Centro Diritti Umani e l’Ufficio dell’Alto Commissario.

Nel 1986, proclamato dalle Nazioni Unite Anno internazionale per la pace, fonda e dirige la Rivista “Pace, diritti dell’uomo, diritti dei popoli” (Liviana, poi Cedam), sostituita a partire dal 2004 dalla Rivista “Pace diritti umani/Peace human rights” (Editori Marsilio, Venezia).

Nel 2010 fonda e dirige l’Annuario italiano dei diritti umani / Italian Yearbook of Human Rights pubblicato in italiano e in inglese.

L’impegno di Antonio Papisca per la pace e i diritti umani è sempre andato di pari passo con quello per l’integrazione europea. Nel 1971 fonda e dirige per diversi anni l’Istituto Superiore Europeo di Studi Politici di Reggio Calabria, e nel 1976 il Centro di Documentazione Europea  presso lo stesso Istituto. Nel 1975 fa parte del Gruppo di esperti del Primo Ministro del Belgio Leo Tindemans per la preparazione del “Rapporto sull’Unione Europea”. Nella seconda metà degli anni ’70 partecipa al Gruppo di ricerca sulle politiche della Comunità Europea promosso dalla Commissione Europea, al “Research Committee on European Unification” della “International Political Science Association” (IPSA) ed è membro del Board della Rivista “Journal of Common Market Studies”.

Il suo impegno civile a favore dell’integrazione europea è continuato nel tempo. E’ stato fondatore e Presidente dell’Associazione Universitaria di Studi Europei (AUSE), Presidente della “European Community Studies Association” (ECSA-World), e membro del Consiglio Universitario Europeo per il Programma Jean Monnet. A partire dal 2002 ha contribuito alla riflessione della Commissione Europea sul Dialogo interculturale come strumento utile all’arricchimento dei diritti umani e alla conoscenza e comprensione reciproca tra i paesi dell’Unione e i paesi dall’area mediterranea e del Medioriente. Nel 2004 è stato insignito del titolo di professore Jean Monnet ad honorem dalla Commissione europea. E’ stato relatore negli “Ateliers del Comitato delle Regioni dell’UE sulla multilevel governance” (Bruxelles, 2008-2009), contribuendo alla elaborazione del “Libro bianco” del Comitato sulla multilevel governance. Relatore anche nella udienza conoscitiva al Parlamento Europeo sull’adesione dell’Unione Europea alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali (Bruxelles, marzo 2010).

Fin dall’inizio il suo lavoro di ricerca si distingue per la  particolare attenzione portata alla tematica dell’organizzazione internazionale, delle Nazioni Unite e dell’integrazione europea. Nel 1968 pubblica il volume L’intervento delle Nazioni Unite nelle consultazioni popolari (Milano, Giuffrè). Si segnalano anche quattro saggi rispettivamente su: Le Organizzazioni latino-americane di cooperazione economica, in “Diritto internazionale”, 1, 1966; Dumping e antidumping nel diritto internazionale, in “Diritto internazionale”, 3, 1970; Commento all’articolo 52, in R.Quadri, R.Monaco, A.Trabucchi (a cura),  “Commentario al Trattato istitutivo della Comunità europea del carbone e dell’acciaio”, Milano Giuffrè, 1970; Aspetti giuridici delle relazioni commerciali Cee-Usa, in “Rivista di Politica Economica”, VII, 1970.

Nel 1973, pubblica il primo manuale ‘politologico’ in Italia dedicato alle Relazioni internazionali, intitolato Introduzione allo studio delle relazioni internazionali (Torino, Giappichelli). A questo lavoro che, per la varietà dei temi trattati, risulta essere quello di più ampio respiro, seguono altre tre monografie dedicate all’analisi politologica del sistema dell’integrazione europea. Egli è stato il primo politologo italiano a pubblicare un libro di scienza politica dedicato all’integrazione europea, intitolato Comunità Europea e sviluppo politico. Contributo all’analisi del sistema politico europeo (Reggio Calabria, Editori Meridionali Riuniti, 1974), al quale hanno fatto seguito i volumi Dalla Comunità all’Unione Europea (Roma, Bulzoni, 1976) e Verso il nuovo Parlamento Europeo (Milano, Giuffrè, 1978). Nel 1979 cura per l’Editore Giuffrè la “strenna” L’Europa tra amici e nemici.

Tra i numerosi saggi pubblicati sull’integrazione europea si segnalano quelli portanti su Economic and Monetary Union: The Resolution of the Council of Ministers of 22 March 1971, in G. Ionescu (ed.), The European Alternatives: An Inquiry into the Policies of the European Community, Alphen aan den Rijn, Sijthoff, 1979; e The Case of Italy, in C.D.Nuallain (ed), The Evolving Presidency of the European Council of Ministers. Impacts and Implications for National Governments, London, Croom Helm Publ., 1984.

Gli studi politologici sull’integrazione europea lo portano ad occuparsi alla fine degli anni ’70 del tema della democrazia internazionale con numerose pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali e internazionali, tra le quali si segnala il saggio Rendimento delle istituzioni internazionali e democrazia internazionale, in “Teoria Politica”, 2, 1986. Con il volume Democrazia internazionale, via di pace. Per un nuovo ordine internazionale democratico (Milano, F.Angeli), pubblicato nel 1986 e al quale sono seguite altre quattro edizioni, il prof. Papisca pone le basi teoriche per un nuovo approccio allo studio delle relazioni internazionali fondato sulla centralità della persona umana, svolgendo riflessioni che troveranno ampio sviluppo nei rapporti dello UNDP sulla human security.

Il suddetto volume è presentato a Roma, il 28 novembre del 1987, nella sede della rivista “La Civiltà Cattolica”, dagli Onorevoli Giorgio Napolitano e Giulio Andreotti e da Mons. Helder Camara, Arcivescovo di Recife-Olinda.

Quello della democrazia internazionale è un tema che il prof. Papisca ha continuato a coltivare pubblicando nel 2003 Diritto e democrazia internazionale, via di pace. Riflessioni sullo Ius novum universale (Quaderno monografico n.15 di “Mosaico di Pace”, Molfetta).

Gli studi nel campo dei diritti umani sono strettamente correlati con quelli sulla democrazia internazionale ed hanno fin dall’inizio un respiro europeo ed internazionale. Nel 1984 pubblica il saggio Droits de l’homme et démocratie internationale, in R. Papini (ed), Droits des peuples, droits de l’homme (Paris, Editions du Centurion). Nel 1989 cura insieme con G.B.Kutukdjan, sulla base di apposita convenzione con l’Unesco, la pubblicazione del volume Rights of Peoples/Droits des Peuples (Padova, Cedam) contenente gli atti delle principali conferenze internazionali organizzate dall’Unesco sui diritti dei popoli.

Nel 1997 pubblica, insieme con M. Mascia, il manuale per il corso di Relazioni internazionali intitolato Le relazioni internazionali nell’era dell’interdipendenza e dei diritti umani (Padova, Cedam, 4a edizione 2012).

Più di recente, si segnalano, tra gli altri, i seguenti saggi: Civil Peace Corps: New Inspiration for the Italian Foreign Policy (with M. Mascia), Peace Human Rights Governance, 1(1), 2017, 117-156; Cuius Europa, Eius (nova) Civitas. Per una legge europea uniforme sulla cittadinanza, La cittadinanza europea, 1/2016, 5-12; Noi, diritti umani. We, human rights. Rappresentazione di dignità umana, et di pace. Representation of human dignity and peace, Venezia, Marsilio Editori, 2016;Diritti umani e fratellanza per l’ecologia politica, in Antonianum, XCI, 2016, pp. 941-960; Neutralità attiva con il nuovo diritto internazionale. Riflessioni in chiave di politica del diritto’, relazione presentata al Convegno “Neutralità attiva, un possibile approccio per una politica di pace, disarmo e diplomazia popolare per l’Italia, Casa internazionale delle donne, Via della Lungara 19 Roma, 10 settembre 2016; The Human Right to Peace Is Putting the Sincerity of the Peace-loving States to the Test, in Pace diritti umani – Peace Human Rights, 2-3/2013, pp. 133-145; L’educazione ai diritti umani per una cittadinanza plurale nello spazio pubblico glocale, in Pace diritti umani – Peace Human Rights, 2/2012, pp. 59-82; Charta 77 e Charta 08: il potere dei senza potere per la civiltà del diritto universale, in Pace diritti umani – Peace Human Rights, 1/2012, pp. 111-126; Relevance of Human Rights in the Glocal Space of Politics: How to Enlarge Democratic Practice beyond State Boundaries and Build up a Peaceful World Order? in K. De Feyter, S. Parmentier, Ch. Timmerman, G. Ulrich (eds), The Local Relevance of Human Rights, Cambridge, Cambridge University Press, 2011; Value Roots for Multi-level Governance and Intercultural Dialogue, in “Pace diritti umani/Peace human rights”, VII, 2, 2010, pp.95-116; È superato lo scisma transatlantico? Barack Obama e Herman Van Rompuy per una politica internazionale educata, in “Pace diritti umani/Peace human rights”, VII, 1, 2010, pp.7-38; Some Reflexions on Key Subjects of Human Rights Education and Training Integrated Approach, in “Pace diritti umani/Peace human rights”, VII, 1, 2010, pp.95-104; Which Role for the Committee of the Regions in Strengthened Multi-Level Governance Framework, Brussels, Committee of the Regions, 2009; Droits de l’homme et démocratie dans l’espace glocal de la gouvernance multi niveaux, in S. Gandolfi, P. Meyer-Bisch, J. Bouchard (eds), La démocratisation des relations internationales, Paris, L’Harmattan, 2009; Towards a Global Approach to Human Rights Education: A Call for Action, in W. Benedek, M. Nowak (eds), Global Standards, Local Action. 15 Years Vienna World Conference on Human Rights, Vienna, Verlag – Intersentia, 2009; International Law and Human Rights as a Legal Basis for the International Involvement of Local Governments, in A.Bush, Ch. van der Valk, A.Sizoo, K.Tajbakhsh (eds.), City Diplomacy. The Role of Local Governments in Conflict Prevention, Peace Building, Post-Conflict Reconstruction, The Hague, VNG International, 2008; Dichiarazione universale dei diritti umani, lievito umanocentrico della civiltà del diritto, in “La Comunità Internazionale”, SIOI, LXIII, 4, 2008; The Needs of the World and the Signs of the Times: The Challenge of Human Rights, in J.E.Keenan (ed.), Catholic Theological Ethics in the World Church. The Plenary Papers from the First Cross-cultural Conference on Catholic Theological Ethics, Blackwell, 2008; Citizenship and citizenships, ad omnes includendos: a human right approach, in AA.VV., Intercultural Dialogue and Citizenship. Translating Values into Actions. A Common Project for Europeans and Their Partners, Marsilio, 2007.

Nel 2011 pubblica  il volume Il Diritto della dignità umana. Riflessioni sulla globalizzazione dei diritti umani, Venezia, Marsilio.

Antonio Papisca ha accompagnato l’attività scientifica e didattica con un forte impegno civile a livello nazionale e internazionale. Ha fatto parte del Gruppo di Esperti UNESCO “per la elucidazione di idee e principi relativi ai diritti dei popoli” (Parigi, 1989), fondatore e Direttore della “International University of Peoples Institutions for Peace”, IUPIP (Rovereto, Comune-Fondazione Campana dei Caduti, 1992-1994), nonché membro della Giuria del Tribunale Permanente dei Popoli (Sessione speciale su “La conquista dell’America e il Diritto internazionale” (Padova-venezia 1992). E’ stato responsabile della Commissione Diritti Umani della “Helsinki Citizens Assembly”, fondata da Vaclav Havel nel 1990, nonché membro del Gruppo dei nove Esperti nominati dal Ministro degli Affari Esteri per la preparazione dello Statuto del Tribunale Internazionale per i crimini nella ex Jugoslavia (Roma, 1993), del Gruppo di lavoro per gli adempimenti dell’Italia conseguenti alla istituzione del Tribunale per la ex Jugoslavia, Ministero di Grazia e Giustizia (Roma, 1993), della Commissione Nazionale dell’UNESCO, Ministero degli Affari Esteri (Roma, 1994-1998), del Comitato Interministeriale Diritti Umani, CIDU, presso il Ministero degli Affari Esteri (Roma, 1995-2001), della Commissione Diritti Umani presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri (Roma, 1998-2001), del Comitato scientifico della “City Diplomacy” (The Hague, 2007-2008).

 Questo impegno si è tradotto anche nella attiva partecipazione a numerosi comitati scientifici e commissioni ministeriali. E’ stato membro del Consiglio Scientifico della Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale, SIOI (Roma), del Comitato Scientifico dell’Istituto Nazionale per i Diritti dei Minori, INDIMI (Roma), del Comitato Scientifico della Fondazione Intercultura (Roma), del Comitato Scientifico Internazionale dell’Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia, ISIG, del Comitato Scientifico delle Riviste “Futuribili”, “European Union Review”, “Transnational Associations”, dello Scientific Advisory Board dello “European Yearbook on Human Rights”, della Commissione Ministeriale per la sperimentazione del programma “Cittadinanza e Costituzione”, del Comitato Etico di Telethon (Milano), del Comitato Consultivo dei Diritti Umani della SIOI (Roma) e del Centro Internazionale di Studi Gentiliani.

Ha ricevuto significativi riconoscimenti nazionali e internazionali: nel 1966 “Adlai  E. Stevenson Fellowship” per l’Europa occidentale presso lo “United Nations Institute for Training and Resarch”, UNITAR, (New York, 1966-1967), Cittadinanza onoraria della Città martire di Boves (25 aprile 1990), nel 1999 la UNESCO Chair on Human Rights, Democracy and Peace, nel 2001 “Aldo Farina Award in Education for Cooperation”, conferito a Turku (Finlandia) dal Coordinamento dei Comitati Nazionali UNICEF, nel 2004 Jean Monnet Professor ad honorem, nel 2005 “International Award St. Anthony” (Witness section), nel 2007 “Jean Monnet Successful Stories” (Europe for Lifelong Learning, European Commission, Brussels).

Con i suoi scritti Antonio Papisca ha accompagnato i Beati i Costruttori di Pace che rompevano l’assedio di Sarajevo, gli obiettori di coscienza della Comunità Papa Giovanni XXIII che partivano per la ex Jugoslavia, la Tavola della pace e il Coordinamento nazionale degli Locali per la pace e i diritti umani nel dar vita all’Assemblea dell’ONU dei Popoli, gli enti del servizio civile e le associazioni pacifiste nel promuovere l’esperienza dei Corpi civili di pace.

Il suo ultimo grande impegno è stato per il riconoscimento della pace come diritto fondamentale della persona e dei popoli. La Cattedra UNESCO in Diritti Umani, Democrazia e Pace dell’Università di Padova, insieme con il Centro di Ateneo per i Diritti Umani e il Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, ha promosso una capillare campagna in Italia a sostegno del lavoro del Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite. Oltre trecento Consigli di Comuni e Province e cinque Consigli Regionali hanno adottato un puntuale ordine del giorno al riguardo. La Dichiarazione delle Nazioni Unite sul Diritto alla pace è stata approvata dall’Assemblea generale il 19 dicembre 2016.

Antonio Papisca, Maestro di scienza e di vita, ha dedicato la sua vita all’educazione dei giovani, alla formazione degli insegnanti e alla ricerca scientifica. Uomo delle istituzioni democratiche di grande valore umano e intellettuale. Sapeva unire il rigore scientifico con l’impegno per la costruzione di una società più giusta, equa, solidale e democratica. Come ogni grande Maestro attorno alle sue idee ha costruito una scuola frequentata da studenti, insegnanti, amministratori locali, volontari. Un uomo di fede che ha lottato con la forza dell’amore e della nonviolenza per la pace e i diritti umani sia attraverso l’insegnamento e la ricerca sia attraverso l’impegno civile. Non si risparmiava, andava a parlare nelle scuole, nelle università, nelle parrocchie, nelle associazioni di volontariato, nei consigli comunali ... Ci ha insegnato che i valori non sono un optional, che l'educazione è lo strumento primario per promuovere il rispetto dei diritti umani e la cittadinanza attiva, che il multilateralismo e la democrazia internazionale sono l’unica via per fermare le guerre, che il diritto deve prevalere sulla forza, che la pace è possibile. L’eredità che ci lascia è enorme, la responsabilità altrettanto grande.

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