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Amnesty International ha pubblicato il Rapporto relativo al 2020, denotando che oltre a quelle causate dalla pandemia, le violazioni dei diritti umani hanno colpito popolazioni civili nei conflitti, minoranze etniche, donne e dissidenti. Con particolare riferimento alla pandemia da Covid-19, il 2020 ha avuto un impatto devastante sulla vita delle persone, rivelando o aggravando paradigmi già esistenti fatti di abusi, disuguaglianze e discriminazioni intersezionali. Amnesty denuncia che la risposta di molti governi non è stata all’altezza della sfida posta dall’emergenza globale, e che alcuni di loro ne hanno approfittato per introdurre nuove leggi repressive.
Il quadro introduttivo sottolinea le dinamiche collegate alla pandemia che hanno avuto un impatto sui diritti umani, legate nello specifico a tre aree: violazione dei diritti alla vita, alla salute e alla tutela sociale; violenza di genere e minacce ai diritti sessuali e riproduttivi; e repressione del dissenso.
Per quanto riguarda l’Italia, il report fa riferimento al diritto alla salute nel contesto della pandemia, che ha impattato in maniera diversa le varie parti del Paese. Quanto alla situazione relativa alle persone migranti, rifugiate e richiedenti asilo, il report denuncia una criminalizzazione della solidarietà da parte delle autorità, che hanno continuato a penalizzare le ONG per le loro attività di soccorso in mare, mentre continua la cooperazione con la Libia sul controllo delle frontiere. Si denunciano violazioni del diritto alla vita legate a segnalazioni di tortura e altri maltrattamenti ai danni delle persone detenute, mentre molti penitenziari sono sotto inchiesta. Il lockdown ha colpito inoltre in maniera pesante le persone senza fissa dimora, sia sotto forma di misure di assistenza non adeguate che attraverso sgomberi forzati. Infine, il report denuncia che le ONG per i diritti delle donne hanno segnalato un aumento della violenza domestica durante il lockdown, e che la prevalenza di ginecologi obiettori di coscienza è rimasta un ostacolo significativo all’accesso al diritto all’aborto.
Per leggere il report integrale vi rimandiamo al sito principale.
19/9/2021