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19/9/2019
Amnesty International Italia
© Amnesty International Italia

Amnesty International chiede al nuovo Governo italiano di portare i diritti umani al centro dell’agenda politica

Con l’avvio del nuovo governo italiano, guidato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, Amnesty International ha chiesto che i diritti umani siano portati al centro dell’agenda politica italiana.

Gianni Rufini, direttore di Amnesty International Italia, in una nota ufficiale ha dichiarato: “Le nostre richieste, dalla cessazione della criminalizzazione della solidarietà e degli attacchi al sistema dell’immigrazione e dell’asilo al contrasto all’odio; dal ripristino di spazi di libertà alla protezione dei diritti economici e sociali; dall’adozione di una politica responsabile in materia di trasferimenti di armi fino a uno sforzo serio per chiedere verità per Giulio Regeni, riguardano temi e problematiche su cui le politiche del precedente governo si sono dimostrate insufficienti, in molti casi pericolose o, come nel caso del cambiamento climatico, vaghe e indefinite“.

“Se quelle politiche hanno conosciuto una battuta d’arresto, gran parte del merito va certamente a tutte le persone che, in mare come in terra, nei piccoli centri come nelle grandi città, si sono messe concretamente di traverso, protestando pacificamente, sfidando provvedimenti illegali e proponendo narrazioni opposte al clima d’odio – ha aggiunto Rufini -. L’azione della società civile è stata di gran lunga la più impattante e significativa per contrastare le politiche di odio e discriminatorie, messe in atto da diverse forze politiche negli ultimi anni. Se il nuovo governo accoglierà le nostre richieste, potremo dire di essere di fronte a un forte cambiamento di rotta. È ciò di cui c’è disperatamente bisogno“.

Le richieste di Amnesty International Italia al nuovo Governo sono le seguenti:

  • Criminalizzazione dellla solidarietà e difensori dei diritti umani
    Fermare la campagna di criminalizzazione che è stata condotta in questi anni nei confronti della società civile attiva, in particolare, nel soccorso di migranti nel Mediterraneo e realizzare un quadro giuridico di tutela e di protezione dei difensori dei diritti umani, in linea con gli impegni presi in sede di candidatura per il seggio al Consiglio Onu dei diritti umani per il triennio 2019-2021.
  • Immigrazione e controllo delle frontiere
    Rafforzare il dialogo con gli altri leader dell’Unione europea nell’elaborazione di un serio piano riguardante gli sbarchi, la riforma del sistema di Dublino e percorsi sicuri e legali che forniscano alternative alle persone che si imbarcano in viaggi pericolosi; subordinare la cooperazione con la Libia ad alcune condizioni imprescindibili circa il trattamento di migranti e rifugiati; rivedere il sistema introdotto con il Decreto sicurezza in materia di protezione internazionale e avviare politiche di integrazione serie e di ampio respiro, a partire dal pieno reintegro del sistema Sprar.
  • Odio e discriminazione
    Promuovere una legislazione adeguata che sanzioni discriminazioni e abusi nei confronti delle categorie più deboli e stigmatizzare pubblicamente i rappresentanti politici che legittimano, stimolano e danno spazio a violente espressioni di odio. Mettere in campo ogni sforzo possibile per chiedere diritti, uguaglianza e visibilità per tutte le persone e tutte le famiglie, senza discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere.
  • Spazi di libertà e forze di polizia
    Migliorare significativamente la trasparenza complessiva dell’operato delle forze di polizia, in un’ottica di accountability e di rafforzamento della fiducia da parte dei cittadini, a cominciare dall’introduzione dei codici identificativi per gli agenti impegnati in operazioni di ordine pubblico.
  • Diritti economici e sociali
    Avviare politiche volte a ridurre le diseguaglianze sociali e di genere, rafforzando gli strumenti di sostegno alle fasce più deboli della popolazione; impostare una politica abitativa che fornisca soluzioni graduali al problema della casa e ridurre così il drammatico fenomeno degli sgomberi forzati; adottare tutte le misure idonee per porre fine allo sfruttamento lavorativo, soprattutto nel settore dell’agricoltura.
  • Cambiamento climatico
    Chiediamo al nuovo governo di mettere in campo azioni programmatiche di lungo periodo per affrontare in maniera seria e strutturata gli effetti già visibili del cambiamento climatico, e per prevenirne le future conseguenze, attraverso un impegno concreto di promozione di un cambio di visione nelle relazioni con gli altri Paesi e nei consessi internazionali.
  • Armamenti
    In linea con un’applicazione rigorosa della legge 185/1990, porre fine all’esportazione e al trasferimento di tutti gli armamenti che possono essere usati contro le popolazioni civili, in particolare verso i paesi impegnati nel conflitto in Yemen, tra cui Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, almeno finché non ci saranno sviluppi concreti nel processo di pace con lo Yemen; proseguire il supporto all’azione umanitaria, coordinata sotto la guida delle Nazioni Unite, per alleviare le sofferenze della popolazione yemenita, devastata da quattro anni di conflitto.
  • Verità per Giulio Regeni
    Agire con determinazione nel chiedere alle autorità egiziane la verità sul sequestro, la sparizione, la tortura e l’uccisione di Giulio Regeni attraverso un costante impegno nelle sedi multilaterali e nei rapporti bilaterali e valutando, nell’ambito di questi ultimi, l’adozione di tutte le misure utili a favorire una svolta significativa nelle indagini.