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1/11/2021
Avatar griffo e malafarina foto

Avatar e disabilità

Cosa c’è nel futuro delle persone con disabilità? Andrea Tonucci, presidente dell’AVI Umbria (Associazione Vita Indipendente), aderente alla FISH Umbria (Federazione italiana per il Superamento dell’Handicap), è convinto che sono i facilitatori, cioè gli strumenti che migliorano il rapporto della persona con le proprie condizioni di salute-ambiente, implementino la partecipazione dei disabili nella vita sociale. 

Avatar, che nell’induismo significa discesa e incarnazione di una divinità, in informatica, nel campo di Internet e delle nuove tecnologie di comunicazione è la rappresentazione grafica e non solo di un utente per permettere la sua identificazione nel mondo virtuale; un alter ego robotico comandabile a distanza dal proprio computer, senza la necessità di acquisire altri strumenti.

Un esempio virtuoso e straordinario, nel contempo, di questa innovazione è stato l’utilizzo di due avatar durante la Marcia PerugiAssisi della Pace e della Fraternità 2021 che hanno permesso la partecipazione a distanza di due figure di spicco sulla scena dei diritti umani delle persone con disabilità: Giampiero Griffo (coordinatore del Comitato Tecnico-Scientifico dell’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità e presidente di DPI Italia-Disabled Peoples’ International) e Antonio Giuseppe Malafarina (giornalista e scrittore). 

Per quest’ultimo è importante diffondere la conoscenza dell’avatar, perché permette di lavorare, visitare e studiare a distanza: la tecnologia che fornisce un’importante opportunità per l’indipendenza.

Griffo racconta: «Da molti anni partecipo alla Marcia Perugia-Assisi, ma quest’anno non potevo esserci. Farlo attraverso un avatar robotico è stata un’esperienza nuova ed emozionante. Muoversi per mezzo dei comandi del robot, parlare a quattrocento chilometri di distanza con gli amici sentendosi in presenza, parlare dal Palco della Rocca alle migliaia di partecipanti è stato straordinario. Ormai gli esseri umani non dipendono più dai limiti del corpo, e questo è fondamentale per le persone con disabilità».