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Il Cluster Munition Monitor (CMC), in collaborazione con l'ONU, ha pubblicato il suo rapporto del 2023, rivelando un preoccupante aumento delle vittime civili causate dalle munizioni a grappolo. Nel 2022, un totale di 1.172 persone sono state uccise o ferite, segnando il numero più alto da quando la segnalazione regolare è iniziata nel 2010.
Il 95% di queste vittime erano civili, sottolineando l'ingente impatto umanitario di queste armi.
Le munizioni a grappolo, che disperdono in modo indiscriminato munizioni su vaste aree, violano il diritto internazionale umanitario. La “Convenzione sul bando delle Munizioni a Grappolo”, detta anche “Convenzione di Oslo”, in vigore dal 2010, ne proibisce l'uso, l'accumulo, la produzione e il trasferimento.
Mentre 112 paesi rispettano la convenzione, con 12 firmatari, persistono delle sfide. In particolare, le munizioni a grappolo sono state ampiamente utilizzate in Ucraina, causando gravi danni ai civili. Anche Siria, Myanmar e altri hanno impiegato queste armi, creando rischi a lungo termine dovuti ai resti inesplosi. Un dato allarmante è che i bambini erano il 71% delle vittime dovute ai resti nel 2022.
Il rapporto sottolinea la necessità di una condanna globale dell'uso delle munizioni a grappolo e di un sostegno unificato al divieto. Evidenzia l'importanza dell'educazione e della sensibilizzazione per proteggere le popolazioni vulnerabili, in particolare i bambini. Circa 124 paesi hanno eliminato con successo le munizioni a grappolo dai loro arsenali, optando per metodi bellici alternativi. Il rapporto sottolinea l'urgenza degli sforzi internazionali per sradicare queste armi mortali e proteggere i civili.
30/9/2023