A A+ A++
19/7/2022

Consiglio d’Europa: pubblicato il nuovo rapporto sul riconoscimento giuridico dell'identità genere in Europa

Il Consiglio d’Europa ha pubblicato un nuovo rapporto che esamina i progressi dei paesi europei nel garantire il pieno riconoscimento giuridico dell’identità di genere in tutti i settori della vita. Il rapporto riconosce gli sviluppi avvenuti negli Stati in ambito legislativo e nelle pratiche e negli atteggiamenti sociali, ma riscontra progressi lenti e il bisogno di misure ulteriori e complementari a quelle già adottate.

Il rapporto è stato preparato da un gruppo di lavoro istituito dal Comitato direttivo del Consiglio d’Europa sull’anti-discriminazione, la diversità e l’inclusione (CDADI), con il supporto dell’Unità Orientamento sessuale e Identità di genere (SOGI).

L’identità di genere viene definita dai Princìpi di Yogyakarta come “l’esperienza interna e individuale del genere, che può corrispondere o meno al sesso assegnato alla nascita, e che comprende il senso personale del corpo (che può comportare, se scelto liberamente, la modificazione dell’aspetto o della funzione corporea con mezzi medici, chirurgici o di altro tipo) e altre espressioni del genere, compresi l’abbigliamento, il linguaggio ed i modi di fare”.

Si tratta del primo rapporto tematico sull’attuazione della Raccomandazione CM/Rec(2010)5 sulle misure volte a combattere la discriminazione fondata sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere, incentrato sugli aspetti specifici del riconoscimento giuridico dell’identità di genere. Il rapporto constata da un lato che l’atteggiamento di sostegno ai  diritti delle persone LGBTI, compreso il concetto del riconoscimento giuridico dell’identità di genere, si sta fermamente e progressivamente radicando in Europa, dall’altro rileva l’esistenza di notevoli differenze tra i paesi. Alcuni Stati membri del Consiglio d’Europa tutelano giuridicamente l’identità di genere, altri dispongono di un sistema di autodeterminazione, mentre un altro gruppo di paesi non riconosce l’identità di genere ed è discriminante nei confronti delle persone LGBTI.

Il rapporto, oltre ad analizzare lo stato attuale del riconoscimento legale del genere in Europa, contiene una serie di raccomandazioni generali indirizzate agli Stati: gli Stati che hanno già una legislazione sulla parità di trattamento dovrebbero introdurre adeguate misure politiche che ne facilitino l’applicazione, e revisioni periodiche; gli Stati membri che attualmente non prevedono una legislazione anti-discriminazione che tuteli specificamente l’identità di genere dovrebbero impegnarsi a introdurla.