ILGA Annual Report 2022: dietro la cortina di fumo della retorica anti-LGBTI in Europa si cela una determinazione coesa nel combattere l’odio
L’International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association (ILGA) ha pubblicato in data 15 febbraio 2022 l’annuale rapporto (ILGA Annual Report 2022) relativo alla situazione delle persone LGBTI in Europa e Asia Centrale.
Il rapporto ha riscontrato da un lato un generale aumento della retorica anti-LGBTI da parte di leader politici e figure di rilievo, che hanno stimolato un’ondata di violenza e crimini di odio, dall’altro una forte determinazione in molti paesi, così come a livello Europeo, nel combattere l’odio e l’esclusione sociale delle persone LGBTI.
A livello politico il rapporto ha individuato una progressiva demonizzazione delle persone LGBTI e una diffusa retorica anti-gender e anti-trans, che colpisce in particolare i giovani; in Ungheria, per esempio, è stato introdotto un divieto legislativo “a esprimere e promuovere un’identità di genere diversa dal sesso alla nascita, al cambiamento di sesso e all’omosessualità” per le persone sotto i 18 anni. Questo diffuso incitamento all’odio, insieme all’uso di un linguaggio discriminatorio, hanno causato un aumento degli attacchi contro le persone LGBTI, inclusi assassini, assalti, stupri correttivi, violenze da parte della polizia e abusi domestici, in particolare durante i due anni di pandemia.
Se questo scenario ci fa presumere che la situazione a livello europeo sia peggiorata per le persone LGBTI, l’altro lato della medaglia, che vede un grande impegno da parte delle Istituzioni Nazionali per i Diritti Umani, della Corte Europea dei Diritti Umani e soprattutto della Commissione Europea nel rafforzare la protezione dei diritti delle persone LGBTI, fa brillare una luce di speranza. Infatti, il Parlamento Europeo ha adottato una risoluzione sui diritti LGBTIQ nell’UE, supportando l’obiettivo della Commissione Europea di introdurre nuove leggi che proteggano i diritti delle persone LGBTI e che condannino gli Stati Membri che non le rispettano. Inoltre, dal rapporto si evince chiaramente che la retorica e le legislazioni anti-LGBTI non rispecchiano l’opinione pubblica, che supporta sempre di più la comunità LGBTI. In Ungheria, ad esempio, un sondaggio ha rivelato che il 74,5% dei cittadini ungheresi è contrario al divieto legislativo sopracitato ed è convinto che le persone transgender debbano avere il diritto di cambiare il proprio nome e sesso sui documenti ufficiali.
Su 49 Stati Membri esaminati dall’ILGA, l’Italia si colloca in 35esima posizione. Il rapporto ha messo in luce i miglioramenti del paese nella promozione e protezione dei diritti della comunità LGBTI nei campi della società civile e libertà di espressione, così come del riconoscimento legale del cambiamento di genere e della protezione dell’incolumità fisica. Tuttavia, rimangono ancora molti passi in avanti da fare nell’ambito della promozione dell’uguaglianza e non-discriminazione, del diritto di famiglia e della legislazione contro diffamazione e odio. In particolare, ILGA-Europe da tre raccomandazioni per migliorare la situazione delle persone LGBTI in Italia. La prima è garantire il riconoscimento automatico della bigenitorialità e della possibilità di adozione per le coppie dello stesso stesso. La seconda è introdurre una legge per il reato d’odio che copra esplicitamente tutti i casi in cui il reato è commesso contro un orientamento sessuale, identità di genere o espressione di genere. Infine, la terza è il divieto di effettuare interventi chirurgici su minori intersessuali quando l’operazione non è strettamente necessaria.