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Il 19 dicembre 2005, la Corte internazionale di giustizia, principale organi giudiziario delle Nazioni Unite, ha reso la sentenza nell’affare delle attività armate sul territorio del Congo ( Rep. Dem. del Congo c. Uganda).
-Il ricorso presentato dalla Rep. Dem. del Congo nel 1999 si inserisce nel contesto assai complesso della c.d. “prima guerra mondiale africana” che ha coinvolto cinque Stati della regione e riguardava le operazioni militari compiute dalle truppe ugandesi in territorio congolese. Il Congo aveva presentato ricorsi anche nei confronti di Ruanda e Burundi, casi che sono stati rimossi su richiesta dello stesso Congo nel 2001, il quale ha quindi promosso un’azione dinanzi alla Corte nuovamente nei confronti del Ruanda.
-La Corte ha stabilito che l’Uganda, svolgendo attività armate contro il Congo nel suo territorio e fornendo assistenza e sostegno logistico, finanziario e militare alle truppe irregolari operanti in Congo, ha violato i principi del divieto dell’uso della forza nelle relazioni internazionali e di non intervento negli affari interni
-In secondo luogo, l’Uganda, compiendo omicidi, atti di tortura e altri trattamenti disumani nei confornti della popolazione civile congolese, reclutando bambini soldato, incitando all’odio etnico, ha violato gli obblighi derivanti dalle norme internazionali a tutela dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario. Inoltre, l’Uganda, sfruttando le risorse naturali del territorio congolese, ha compiuto un illecito nei confronti del Congo per la violazione di altre norme del diritto internazionale.
-La Corte ha inoltre riscontrato la violazione da parte della Repubblica democratica del Congo degli obblighi nei confronti dell’Uganda derivanti dalla Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche del 1961.
-La Corte ha deciso che, in assenza di un accordo tra le parti, essa deciderà l’ammontare delle riparazioni dovute alla Repubblica democratica del Congo.
16/7/2009