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10/2/2016
La sede della Corte Penale Internazionale ne L'Aia, Paesi Bassi.
© Vincent van Zeijst/Vincent van Zeijst

Corte penale internazionale: concessa l’autorizzazione all’avvio delle indagini relative ai crimini commessi nell’Ossezia del Sud

In data 27 gennaio 2016, la Prima Camera Preliminare della Corte penale internazionale ha concesso alla Procura, in seguito alla presentazione della relativa richiesta avvenuta il giorno 4 dicembre 2015, l’autorizzazione a procedere con le indagini riguardanti i crimini di guerra commessi in Georgia, nella regione dell’Ossezia del Sud, durante il conflitto armato che ha avuto luogo tra il 1 luglio ed il 10 ottobre 2008. Dal momento della presentazione della richiesta ad opera del Procuratore e la decisione della Corte ad autorizzare l’apertura delle indagini, l’organo giudiziario ha ricevuto oltre 6000 richieste da parte delle vittime dei presunti reati per i quali si procede.

La Camera ha innanzitutto statuito la legittimazione del Procuratore a dare avvio delle indagini di propria iniziativa data l’assenza di segnalazioni effettuate dagli Stati Parte o dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in conformità a quanto disposto dall’art. 15 dello Statuto di Roma. In secondo luogo, dopo aver esaminato la richiesta, la Camera ha accertato l’effettiva sussistenza del presupposto necessario ai fini dell’autorizzazione all’apertura delle indagini. Il materiale di supporto presentato dal Procuratore è risultato sufficiente a costituire il ragionevole fondamento della presunta veridicità dei crimini contro l’umanità (quali omicidio, trasferimento forzato di parte della popolazione, persecuzione) ed dei crimini di guerra (attacchi alla popolazione civile, omicidi volontari, attacchi diretti ed intenzionali ad i peacekeepers, distruzione della proprietà privata, appropriazione indebita) individuati dal Procuratore e perpetuati nell’arco di tempo sopra indicato.

La Corte ha inoltre ritenuto che i casi emersi fossero ammissibili e che non vi fossero ragioni sostanziali, tenendo in considerazione la gravità dei crimini e gli interessi delle vittime, per credere che l’indagine non fosse funzionale all’interesse della giustizia.

Con l’apertura delle indagini relativa alla Georgia, le situazioni all’esame della Corte sono 10 tra le quali si annoverano quelle relative al Kenya, alla Costa d’Avorio, all’ Uganda, alla Repubblica Democratica del Congo, alla Repubblica Centrafricana I, alla Repubblica Centrafricana II, al Mali, al Sudan, alla Libia.