Campagna "L'ultimo giorno di Gaza - l'Europa contro il genocidio", 9 maggio 2025

"Se la Palestina fosse una scena del crimine, avrebbe le impronte digitali di tutti noi"
(Francesca Albanese, Relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati)
Il Centro di Ateneo per i Diritti Umani "Antonio Papisca" aderisce alla campagna "L'ultimo giorno di Gaza - l'Europa contro il genocidio" in occasione della Giornata dell’Europa in cui si celebra il suo processo di unificazione, per parlare di Gaza e chiedere all’Ue e ai suoi vertici di porre fine ai rapporti con Israele.
Continuiamo a parlare di Gaza, un luogo in cui, sotto gli occhi di tutti, sta accadendo un genocidio perpetrato dallo Stato di Israele che ha ucciso oltre 50.000 palestinesi e ha quasi completamente distrutto il territorio con la complicità dei paesi occidentali offrendo supporto ideologico, politico e militare. Dopo la dichiarazione del governo Israeliano della totale occupazione della Striscia di Gaza, oggi potrebbe essere anche il giorno di Gaza. L’ultimo.
E quindi ci chiediamo dov’è l’Europa che ha le sue fondamenta su diritti, libertà, ripudio della guerra, cultura della pace, uguaglianza, antirazzismo, antifascismo quando si tratta di mettere in atto i suoi valori e opporsi veramente al genocidio a alla distruzione del sistema multilaterale?
Oggi vogliamo ribadire la necessità che l'Europa riscopra la sua ragion d’essere e faccia quello per cui è stata creata, ovvero la pace.
Il testo dell'appello:
Senza il mondo Gaza muore. Ed è altrettanto vero che senza Gaza siamo noi a morire. Noi, italiani, europei, umani.
Per rompere il silenzio colpevole useremo la rete, che è il solo mezzo attraverso cui possiamo vedere Gaza, ascoltare Gaza, piangere Gaza.
Perché possano partecipare tutte e tutti, anche solo per pochi minuti. Anche chi è prigioniero della sua casa, e della sua condizione: come i palestinesi, i palestinesi di Gaza lo sono. Perché almeno stavolta nessuna autorità e nessun commentatore allineato possa inventarsi violenze che occultino la violenza: quella fatta a Gaza.
Sulla rete, e non solo. Per chi vuole mettere in rete ciò che succede nelle piazze e nelle comunità che si interrogano, assieme, su come fermare la strage.
Con la consapevolezza che noi siamo loro. E che a noi – italiani ed europei – verrà chiesto conto della loro morte. Perché a compiere la strage è un nostro alleato, Israele. Per ripudiare l’Europa delle guerre antiche e contemporanee, per proteggere l’Europa di pace nata da un conflitto mondiale, esiste un solo modo: proteggere le regole, il diritto, e la giustizia internazionale. E soprattutto guardarci negli occhi, e guardarci come la sola cosa che siamo. Umani.
Aggiungiamo tutte le parole che vorremo usare all’hashtag #ultimogiornodigaza #gazalastday.
Senza scomunicarne nessuna, senza renderne obbligatoria nessuna. Per chiamare le cose con il loro nome. Ora è il momento di costruire una rete di senza-potere determinati a prendere la parola. E il 9 maggio è la prima tappa di una strada assieme.
Perché la strage, perché il genocidio, abbiano fine. Ora.
I promotori della campagna sono i/le giornalisti/e: Paola Caridi, Claudia Durastanti, Micaela Frulli, Giuseppe Mazza, Tommaso Montanari, Francesco Pallante ed Evelina Santangelo. Chiunque può aderire postando contenuti sui social con gli hashtag #GazaLastDay e #LUltimoGiornoDiGaza.