Corte penale internazionale: il Procuratore richiede l'autorizzazione alle indagini per i crimini internazionali commessi in Georgia nell'agosto 2008
Il Procuratore della Corte penale internazionale ha presentato, ai giudici della Corte, una richiesta di autorizzazione alle indagini inerenti presunti crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi in Georgia, durante il conflitto armato avvenuto nell’agosto 2008.
La situazione della Georgia è stata posta all’esame preliminare dell’ufficio del Procuratore già dal 2008, quando gli scontri intercorsi tra le regioni separatiste dell’Ossetia del Sud e la Georgia degenerarono in un conflitto armato che coinvolse anche la Russia.
Il Procuratore ritiene sussistano sufficienti elementi per ritenere che in tale contesto di conflitto armato siano stati commessi crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Questo, include sia presunti crimini commessi durante la campagna di espulsione dell’etnia georgiana dall’Ossezia del Sud, sia alcuni attacchi perpetuati nei confronti dei peacekeepers, dalle forze delle Georgia da un lato e dalle forze dell’Ossezia del sud, dall’altro.
Le informazioni disponibili all’Ufficio del Procuratore indicano che tra i 51 ed i 113 civili di etnia Georgiana furono uccisi durante la campagna di trasferimento forzato effettuato dalle autorità de facto dell’Ossezia del Sud, con il presunto coinvolgimento delle forze armate russe. Tra i 13.400 ed i 18.500 georgiani furono trasferiti, e più di 5.000 residenze di loro appartenza furono distrutte.
L’ufficio del Procuratore in particolare ritiene che queste offese, unite ai crimini di saccheggio e di distruzione di proprietà civili, furono commesse su larga scala sulla base di un piano e nell’esecuzione di una politica di espulsione dell’etnia georgiana dai territori dell’Ossetia del Sud.
Ad oggi, nonostante le autorità competenti abbiano avviato alcune indagini relative ai crimini per i quali il Procuratore ha richiesto di procedere, i procediementi nazionali risualtano essere in una fase di stallo. Per tale motivo, data l'inattivita degli Stati interessati, il Procuratore ritiene sussistere i presuposti necessari ai fini dell'ammissibilità.
Non ci sono, inoltre, particolari ragioni per ritenere che l’apertura di un procedimento non sia funzionale all’interesse della giustizia, avuto riguardo della gravità dei crimini e degli interessi delle vittime.
Se i giudici della Corte penale internazionale daranno al Procuratore l’autorizzazione a procedere, sarà aperta un'indagine riguardo i presunti crimini commessi in Georgia.