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7/8/2015

Corte penale internazionale: la Camera preliminare chiede al Procuratore di riconsiderare la decisione di non procedere nel caso “Gaza Freedom Flotilla”

Il 16 luglio 2015, la Camera preliminare della Corte penale internazionale (CPI) ha accolto la richiesta dell'Unione delle Comore (Paese di registrazione della nave Mavi Marmara che aveva sottoposto il caso all'attenzione della Corte) di rivedere la decisione del Procuratore di non indagare sui raid delle forze di difesa israeliane del 31 maggio 2010 nei confronti della nave Mavi Marmara, una delle otto navi componenti la “Gaza Freedom Flotilla” che intendeva raggiungere la Striscia di Gaza per fornire aiuto umanitario.

Il 14 maggio 2013, le autorità dell'Unione delle Comore, Stato parte dello Statuto di Roma, avevano sottoposto alla Corte l'incidente riguardante la “Gaza Freedom Flotilla”. Il 6 novembre 2014, l'Ufficio del Procuratore aveva annunciato che non risultavano soddisfatti i requisiti di ammissibilità previsti dallo Statuto di Roma per procedere con un'indagine, dal momento che il caso potenziale sotto esame non era di "gravità sufficiente" per giustificare ulteriori azioni da parte della Corte penale internazionale.

Il 29 gennaio 2015, i rappresentanti del Governo dell'Unione delle Comore hanno presentato una domanda di riesame della decisione del Procuratore di non avviare un'indagine in relazione alla situazione. Nella sua decisione del 16 luglio 2015, la Camera preliminare ha dichiarato che la Procura ha commesso errori materiali nella determinazione della gravità del caso potenziale. In particolare, la Camera preliminare ha individuato errori materiali nella valutazione del Procuratore della possibilità di perseguire le persone che possono essere considerate i principali responsabili dei crimini commessi durante il sequestro della Mavi Marmara, così come la scala, la natura, le modalità di commissione e l'impatto dei potenziali reati.

Di conseguenza, la Camera ha chiesto al Procuratore di riconsiderare la sua decisione di non avviare un'inchiesta. Il Procuratore è chiamato ad agire il più presto possibile ed informarne la Camera, le autorità dell'Unione delle Comore e le vittime che hanno fornito il loro parere a riguardo.