diritti umani

Diritto all'istruzione: privare un alunno autistico del supporto statutario specializzato all'apprendimento ha costituito una discriminazione basata sulla sua disabilità

Nella sentenza della Camera nella causa G.L c. Italia. (il 10 settembre 2020), la Corte europea dei diritti dell'uomo ha dichiarato, all'unanimità, che c’è stata violazione dell'articolo 14 (divieto di discriminazione) della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, in combinato disposto con l'articolo 2 del Protocollo n. 1 ( diritto all'istruzione) alla Convenzione.

Il caso riguardava l'incapacità per una giovane ragazza affetta da autismo non verbale (G.L.) di ricevere supporto di apprendimento specializzato durante i suoi primi due anni di istruzione primaria (tra il 2010 e il 2012) anche se il supporto era previsto dalla legge. Il governo ha contato, in particolare, sulla mancanza di risorse finanziarie.

La Corte ha riscontrato che G.L. non aveva potuto continuare a frequentare la scuola primaria in condizioni equivalenti a quelle disponibili per gli altri bambini e che questa differenza era dovuta alla sua disabilità.

Le autorità non avevano cercato di determinare le reali esigenze della giovane e di fornire un sostegno su misura per consentirle di continuare la sua istruzione primaria in condizioni che sarebbero, per quanto possibile, equivalenti a quelle in cui altri bambini hanno frequentato la stessa scuola. In particolare, le autorità non avevano mai considerato la possibilità che una mancanza di risorse potesse essere compensata da una riduzione dell'offerta educativa complessiva, in modo che fosse distribuita equamente tra alunni non disabili e disabili.

La Corte ha inoltre osservato che la discriminazione subita dalla ragazza era tanto più grave in quanto si era verificata nel contesto dell'istruzione primaria, che costituiva il fondamento dell'educazione dei bambini e dell'integrazione sociale, dando ai bambini la loro prima esperienza di convivenza in un Comunità.

La Corte europea dei diritti dell'uomo è stata istituita a Strasburgo dagli Stati membri del Consiglio d'Europa nel 1959 per far fronte alle presunte violazioni della Convenzione europea dei diritti dell'uomo del 1950.

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