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Il Forum Europeo per la Disabilità (EDF) ha pubblicato delle Raccomandazioni rivolte alla Commissione UE per affrontare l’evidente divario, rispetto all’accesso al lavoro ma anche all’ambito retributivo, tra le donne con disabilità e tutte le altre categorie di lavoratori, nonostante Il diritto alla parità di retribuzione tra donne e uomini, a parità di lavoro o per lavori di pari valore, sia uno dei princìpi sanciti dai Trattati dell’Unione Europea.
Il Forum evidenzia che, sebbene esse costituiscano il 25,9% della popolazione femminile totale nell’Unione e il 60% della popolazione complessiva di persone con disabilità (di oltre 100 milioni), continuano tuttavia a subire discriminazioni multiple e intersezionali in tutti i settori della vita, con svariate conseguenze: svantaggi socioeconomici, bassi tassi di occupazione e alti tassi di povertà.
I dati forniti dall’UE mettono in luce come sia peggiore la condizione delle donne con disabilità rispetto non solo a quella delle donne in generale, ma anche rispetto a quella degli uomini con disabilità. Le percentuali parlano chiaro: circa il 49% delle donne con disabilità, di età compresa tra 20 e 64 anni, sono occupate contro il 53,9% degli uomini con disabilità esolo il 20% di esse ha un’occupazione a tempo pieno, rispetto al 29% degli uomini con disabilità, al 48% delle donne senza disabilità e al 64% degli uomini senza disabilità.
Oltre a questa evidente disparità nell’accesso al lavoro, ci troviamo di fronte a una situazione di forte divario anche rispetto alla capacità di reddito: secondo l’Indice di Uguaglianza di Genere 2021 espresso nello standard di potere d’acquisto (PPS), il reddito netto medio dell’UE era di 16.822 PPS all’anno per le donne con disabilità rispetto a 17.746 PPS per gli uomini con disabilità, 20.100 PPS per le donne senza disabilità e 20.935 PPS per gli uomini senza disabilità. Quindi anche se occupate a tempo pieno o part-time le donne con disabilità, a causa della disparità salariale, incorrono maggiormente in situazioni di scarsa disponibilità finanziaria. Tale realtà è stata determinata da ostacoli di vario tipo: un minor livello di istruzione e formazione, barriere e discriminazioni sulla base di pregiudizi e stereotipi sia riguardo al genere che alla disabilità.
Nonostante il quadro sconfortante, la Strategia sui Diritti delle Persone con Disabilità 2021-2030 e la Strategia per la Parità di Genere 2020-2025 prodotte dall’Unione Europea non considerano o menzionano adeguatamente le donne con disabilità.
Pertanto l’EDF ha redatto due Raccomandazioni: Disability and Gender Gaps: Addressing Unequal employment of women with disabilities e European Disability Forum proposals for amendments to the Pay Transparency Directive
Nello specifico, il Forum raccomanda alla Commissione Europea quanto segue:
° Gli obblighi di trasparenza retributiva devono essere applicati a tutti i datori di lavoro, indipendentemente dalle dimensioni dell’organizzazione e dal tipo di impiego.
° La legislazione deve introdurre un approccio intersezionale attraverso misure positive e pratiche di assunzione non discriminatorie.
° L’allineamento degli stipendi nel lavoro a tempo parziale e in quello a tempo pieno.
° Le informazioni sulla trasparenza retributiva devono essere disponibili e accessibili.
° La legislazione deve prevedere sanzioni effettive e proporzionate per le imprese e risarcimenti per le vittime di discriminazione.
° Gli organismi per la parità devono avere accesso ai resoconti salariali ed essere attrezzati per sostenere le denunce di disparità salariali da parte delle donne con disabilità.
4/10/2022