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19/7/2014
Nuovo logo della Fondazione Euromediterranea Anna Lindh per il Dialogo tra le Culture, 2012
© Anna Lindh Foundation

Fondazione Anna Lindh: pubblicato il nuovo Rapporto sulle tendenze interculturali e i cambiamenti sociali nell’area euromediterranea

La Fondazione Anna Lindh con sede ad Alessandria d’Egitto ha recentemente pubblicato il Rapporto 2014 sulle tendenze interculturali e i cambiamenti sociali nell’area euromediterranea, sulla base di un sondaggio comparativo condotto dalla sezione europea dell’agenzia Gallup con 13 stati membri dell’Unione per il Mediterraneo (Albania, Belgio, Danimarca, Egitto, Germania, Giordania, Irlanda, Italia, Marocco, Polonia, Spagna, Tunisia,Turchia).

Secondo il sondaggio, i cittadini dei paesi europei e delle sponde meridionali e orientali del Mediterraneo si dimostrano propensi ad approfondire la conoscenza reciproca, ma si trovano ad affrontare un aumento sempre più allarmante di atteggiamenti xenofobi e di chiusura, che minano la coesione sociale nella regione.

In particolare circa l’80% degli Europei e il 65% dei cittadini dell’area mediterranea orientale e meridionale mostrano un crescente interesse verso i reciproci affari politici, economici, culturali e religiosi, ritenendo la diversità culturale un’importante fonte di prosperità (82% dei cittadini). Tuttavia, per il 47% dei cittadini dell’area euromediterranea la diversità culturale potrebbe avere un impatto negativo sulla stabilità sociale. In generale, dai risultati del Rapporto emerge una immagine positiva e condivisa della regione mediterranea, che per l’80% delle persone è associata alla tradizione di ospitalità, al patrimonio culturale comune, ad uno specifico stile di vita, al cibo e alla partecipazione civica.

Questo nuovo Rapporto, che è il primo dallo scoppio della Primavera araba, costituisce un prezioso strumento per continuare ad adattare programmi e strategie che tengano conto delle nuove realtà regionali e rappresenta la base per rafforzare su larga scala i legami interculturali e il ruolo della società civile tra i paesi e i cittadini dell’area euromediterranea, favorendo una visione bottom-up, di partecipazione dal basso.