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18/1/2022

Freedom on the Net 2021: il nuovo report di Freedom House

Il nuovo report di Freedom House, Freedom on the Net 2021, è stato pubblicato online. Tra le tendenze principali, il report sottolinea che la libertà su internet nel mondo è diminuita per l’undicesimo anno consecutivo. Un crescente numero di governi sta imponendo la propria autorità sulle aziende tecnologiche, obbligandole a rispettare regole di censura e sorveglianza online. Il maggior grado di deterioramento è stato rilevato in Myanmar, Bielorussia e Uganda.

Un secondo punto rilevato dal report dimostra che gli interventi governativi nella sfera digitale sono drammaticamente aumentati. Fra i 70 stati analizzati, 48 hanno introdotto misure legislative o amministrative contro le aziende tecnologiche per quanto riguarda la gestione dei dati e dei contenuti; 56 hanno arrestato o condannato persone per i loro discorsi online; rispettivamente 20 e 21 paesi hanno in qualche occasione sospeso l’accesso a internet e ai social media, spesso in periodi di disordini politici. Di conseguenza, la libertà di espressione online è sottoposta a una pressione senza precedenti.

Maggiore attenzione alla trasparenza e all’accountability si possono trovare in Europa. Il framework for internet regulation dell’Unione Europea (UE) si propone di promuovere regole positive per il settore tech grazie a due nuove leggi introdotte quest’anno: il Digital Services Act (DSA) e il Digital Markets Act. All’interno dell’UE, l’Italia è valutata da Freedom House come un “free country” in termini di libertà online e per questo ha ottenuto un punteggio di 76/100.

Alla luce di questo scenario, Freedom House ha ribadito la necessità che gli Stati proteggano i diritti umani online e assicurino un libero accesso a internet. Il potere di emancipazione di internet dipende dalla sua natura egualitaria. Per combattere l’autoritarismo online, le democrazie dovrebbero assicurare che le norme che regolano internet permettano ai suoi utenti di esprimersi liberamente, di scambiarsi informazioni e di chiamare i governi a rendere conto delle proprie azioni.