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28/9/2013
Alcuni giovani lavoratori del Bangladesh con mascherine e occhiali protettivi, con i vestiti sporchi dopo una giornata di lavoro.
© UNESCO/Lucia Iglesias

ILO: il fenomeno del lavoro minorile è in calo del 32%, ma riguarda ancora un numero elevato di bambini

Un nuovo rapporto dell’Organizzazione Internazionale per il Lavoro (ILO), Marking progress against child labour, mette in evidenza un complessivo miglioramento del fenomeno dei bambini lavoratori, che sono diminuiti del 32% dal 2000. Lo studio afferma, tuttavia, che i progressi fatti non sono ancora sufficienti per raggiungere l’obiettivo che la comunità internazionale si era posta di eliminare le peggiori forme di lavoro minorile entro il 2016.

La diminuzione del numero di lavoratori bambini è avvenuta soprattutto tra il 2008 e il 2012, con un calo da 215 a 168 milioni di bambini impiegati in attività lavorative. Il rapporto individua quali fattori principali che hanno portato al miglioramento del fenomeno del lavoro minorile gli investimenti nell’educazione e nella protezione sociale, l’impegno dei governi in attività di sensibilizzazione e l’aumento del numero di ratifiche della Convenzione OIL contro il lavoro minorile, che costituisce un solido framework normativo per combattere il fenomeno.

Il lavoro minorile, ovvero compiuto da minori al di sotto dell’età lavorativa stabilita per legge (ILO Minimum Age Convention, 1973, n. 138), priva ogni anno milioni di bambini in tutto il mondo della propria infanzia. Allo stato attuale sono ancora 168 milioni i bambini coinvolti in attività lavorative, 85 milioni dei quali sono impiegati in lavori pericolosi, che mettono a rischio direttamente o indirettamente la loro salute fisica e psicologica e il loro sviluppo come esseri umani. La cifra è diminuita dal 2000, quando si parlava di 171 milioni di bambini impiegati in lavori pericolosi, ma resta ancora alta.

Secondo lo studio, il lavoro minorile è un fenomeno presente soprattutto nei paesi più poveri: il maggior numero di bambini lavoratori si trova nella regione dell’Asia e del Pacifico (78 milioni), ma anche nei paesi dell’Africa Sub-sahariana il fenomeno del avoro minorile incide in termini significativi. Il settore principale in cui vengono impiegati i bambini lavoratori è quello dell’agricoltura (59%), ma il fenomeno è presente anche nei settori dei servizi, dell’industria e dell’economia informale.