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E’ ufficiale l’approvazione del decreto attuativo dell'articolo 8 della legge 6 giugno 2016, n. 106 relativo alla disciplina del nuovo Servizio civile universale. Nel comunicato stampa del 10 febbraio 2017 il Governo Gentiloni sottolinea l’importanza del rafforzamento del Servizio civile quale strumento di difesa non armata della patria, di educazione alla pace tra i popoli e di promozione dei valori fondativi della Repubblica.
Il provvedimento prevede la partecipazione al sistema dei cittadini dell’Unione europea e degli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia e prevede meccanismi di premialità a favore degli enti che realizzino interventi con l’impiego dei giovani con minori opportunità.
Vengono definite le finalità del servizio civile universale, perseguite mediante programmi di intervento tra cui: assistenza, protezione civile, patrimonio ambientale e riqualificazione urbana, patrimonio storico, artistico e culturale, educazione e promozione culturale e dello sport, agricoltura in zona di montagna e sociale, biodiversità, promozione della pace tra i popoli, non-violenza e difesa non armata, promozione e tutela dei diritti umani, cooperazione allo sviluppo, promozione della cultura italiana all’estero e sostegno alle comunità di italiani all’estero.
Il decreto, inoltre, identifica ruoli e competenze degli attori del servizio. Lo Stato è responsabile della programmazione, ora su base triennale, dell’organizzazione e dell’accreditamento degli enti, delle attività di controllo e valutazione del servizio civile universale. Le Regioni e le Province autonome sono coinvolte nella programmazione e nella valutazione degli interventi di servizio civile universale negli ambiti di competenza e possono attuare programmi di servizio civile universale con risorse proprie.
Gli Enti di servizio civile universale sono soggetti pubblici e privati che presentano programmi di intervento e ne curano la realizzazione.
Per i giovani operatori volontari, che possono essere impegnati in interventi in Italia e all’estero, viene introdotto un modello flessibile di servizio civile con una durata da modulare in base alle loro esigenze di vita e di lavoro (otto-dodici mesi). Come riconoscimento del contributo civico degli operatori volontari, si prevede che i futuri bandi pubblici prevedano quale titolo preferenziale anche lo svolgimento del servizio civile universale.
Altra novità rispetto al Servizio civile nazionale attuale è che i volontari impegnati in Italia avranno la possibilità di effettuare parte del servizio (massimo tre mesi) in uno dei Paesi dell’Unione europea, al fine di rafforzare il senso di appartenenza all’Unione e di facilitare lo sviluppo di un sistema europeo di servizio civile e perciò facilitare l’accesso al mercato del lavoro.
Sono istituite la Consulta nazionale per il servizio civile universale e la Rappresentanza degli operatori volontari, a livello nazionale e regionale, quali organismi di confronto in ordine alle questioni concernenti l’attuazione del servizio civile universale.
20/2/2017